La Fim-Cisl di Taranto ha proclamato uno sciopero ad oltranza dei lavoratori dell’Ilva «considerata la situazione di incertezza» venutasi a creare in fabbrica»
In una nota la Fim definisce «inspiegabile» la decisione dell’azienda di «chiudere i varchi saldando anelli e montando pannelli alle porte impedendo ai lavoratori in caso di evacuazione dallo stabilimento di avere la possibilità di accedere a una rapida via di fuga».
«L'acuirsi di una situazione così confusa e poco chiara - prosegue la nota – viene aggravata da una manifestata mancanza di decisione da parte dell’azienda di esprimersi sul futuro dello stabilimento di Taranto». La Fim definisce infine «ingiustificabile da parte dell’azienda la mancanza di volontà nel dare atto alla legge 231 e alla conseguente applicazione delle misure contenute nell’Aia». La Fim-Cisl ha diffuso la nota dopo una riunione dei sindacati con l’azienda.
I FATTI DI OGGI
Un centinaio di lavoratori dell’Ilva in cassa integrazione si è radunato stamattina sotto la Prefettura di Taranto, dove si è tenuto un incontro tra i segretari provinciali dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e il prefetto, Claudio Sammartino, per discutere delle vicende che riguardano lo stabilimento Ilva e, in particolare, delle conseguenze che potrebbe determinare il sequestro dei prodotti finiti disposto dalla magistratura.
“C'è grande tensione – dice Vincenzo Castronuovo, della Fim Cisl di Taranto – perchè l’azienda ha già dichiarato che se non si sblocca la produzione con la revoca del sequestro disposto dalla magistratura non sarà in grado di pagare gli stipendi il prossimo mese e il problema riguarda anche gli altri stabilimenti del gruppo”.
Intanto la produzione del treno nastri, aggiunge Castronuovo, “è stata dirottata a Genova”. “Stiamo tenendo assemblee – conclude – per discutere con i lavoratori, ma la situazione è davvero difficile”.
I sindacati confederali e di categoria dei metalmeccanici hanno chiesto al prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, di attivarsi per favorire un incontro con il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, e con il garante dell’Autorizzazione integrata ambientale, Vitaliano Esposito.