La fabbrica continua a chiedere il dissequestro delle oltre un milione e 700mila tonnellate di acciaio invenduto
In attesa del prossimo incontro con il Ministro Clini, Ministro dell’Ambiente, previsto a Taranto mercoledì prossimo, 23 gennaio, dalle 11 all’Ilva e alle 15 in Prefettura, inizia oggi la lunga settimana di botta e risposta tra i vertici Ilva, quelli istituzionali e la magistratura, relativamente al dissequestro dell’oltre un milione e settecentomila tonnellate di acciaio invenduto per un totale di un milione di euro, sigillato e non disponibile al siderurugico.
In poche parole, la magistratura lo ritiene corpo di reato a disposizione dei magistrati, mentre l’Ilva, attraverso il presidente Ferrante, fa sapere che quella vendita è indispensabile per garantire il pagamento degli stipendi di febbraio e dunque evitare la cassa integrazione per altri operai, e per gli investimenti previsti per la conversione degli impianti inquinanti.
Ed è questo oggetto di intervento del governatore Vendola, secondo il quale la soluzione starebbe in un lodo limitando la vendita dell’acciaio al pagamento degli stipendi ed ai primi interventi di risanamento del complesso siderurgico. A questo si aggiunge anche l’intervento del sindaco Stefano, che spinge i vertici istituzionali ad anticipare l’ordinanza di risanamento Ilva allo scopo di pacificare le parti in tempi brevissimi.
Si attende per oggi la decisione del Gip Patrizia Todisco sul dissequestro. Naturalmente continuano le agitazione, la riduzione della produzione dell’area a caldo, e i presidi degli operai che si attendono della decisione concrete dalla magistratura e delle risposte dall’Ilva, sulla quale si concentra, ovviamente, il pressing della famiglie ormai da un anno nell’incertezza più assoluta.
Speriamo per il meglio.
Mimmo Palummieri