Il no della Procura al Governo
Il capo dei magistrati inquirenti di Taranto Franco Sebastio in una nota respinge qualsiasi ipotesi di trattativa: “Non ci è consentita nessuna misura anche comprensibili ma non da un punto di vista processuale”.
Nessun compromesso sulla vicenda Ilva: a sbattere la porta in faccia al governo e all’azienda, dopo il vertice di ieri in Prefettura a Taranto con il Ministro dell’ambiente, Corrado Clini, è il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio: «All’Autorità giudiziaria - scrive in una nota - non è consentita l’adozione di misure “di compromesso”, magari anche comprensibili da diversi altri punti di vista, ma che non trovino il loro fondamento in specifiche disposizioni normative processuali e penali”.
“E’ possibile rivalutare, in tutto o in parte, eventuali questioni poi insorte, però sempre nei limiti delle disposizioni normative processuali e penali. Sotto tale punto di vista - prosegue la nota - non ci si sta sottraendo a tale valutazione, così come evidenziato anche al signor ministro dell’Ambiente nel corso dell’incontro, sereno e a tratti anche cordiale, con lui avuto”.
Il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, poi, sollevato dalla Procura di Taranto alla Corte costituzionale sulla vicenda Ilva “non sospende l’esecuzione del provvedimento normativo impugnato e viene esaminata dalla Consulta solo dopo la preliminare valutazione della sua ammissibilità”, scrive ancora il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio.
All’atto pratico questa iniziativa “perde ora - aggiunge Sebastio - gran parte della sua importanza essendo state poi proposte le eccezioni di legittimità costituzionale, il che potrebbe comportare una preliminare valutazione di inammissibilità”. In ogni caso la Procura, “trattandosi di questione controvertibile”, ha ritenuto “di rimettere ugualmente ogni valutazione alla Consulta”.