martedì 26 novembre 2024


06/02/2013 08:37:35 - Provincia di Taranto - Attualità

A chi nel Sud Italia ha un reddito, certificato Isee, superiore ai 14.300 euro, sarà negato l’accesso al bando per l’erogazione delle borse di studio. Al Nord e al Centro, invece, i limiti massimi saranno rispettivamente di 20.000 e 17.150 euro

 
Gli studenti delle associazioni Link e Rete della conoscenza Puglia annunciano “occupazioni e assemblee in tutte le sedi e residenze universitarie”, per “contestare il decreto col quale il governo intende rimodulare, a svantaggio del Sud, le fasce di reddito per ottenere una borsa di studio”.
Per questo motivo le associazioni hanno anche scritto una lettera al presidente e all’assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Nichi Vendola e Alba Sasso, chiedendo loro di “assumere una posizione pubblica contraria a questo decreto” e di “opporsi con forza alla sua approvazione”, il prossimo “sette febbraio nella conferenza Stato-Regioni, dove c'è il rischio che venga approvato”.
“Il governo dichiara un’altra volta guerra agli studenti e le studentesse del nostro paese – spiega il portavoce della Rete della conoscenza Puglia, Giuseppe Campanelli – e con un decreto attuativo della riforma Gelmini, il ministro Profumo vuole rimodulare il meccanismo di accesso al diritto allo studio, escludendo arbitrariamente migliaia di studenti e discriminando pesantemente il Sud’'.
Secondo gli studenti, infatti, “a chi nel Sud Italia ha un reddito, certificato Isee, superiore ai 14.300 euro, sarà negato l’accesso al bando per l’erogazione delle borse di studio”. Al Nord e al Centro, invece, “i limiti massimi saranno rispettivamente di 20.000 e 17.150 euro”. Questo meccanismo, secondo 'Link' e 'Rete della conoscenza Puglià, “porterà inevitabilmente a tre conseguenze terrificanti: l’espulsione dal sistema di diritto allo studio regionale di migliaia di studenti e studentesse, con l’abbandono dall’università da parte degli studenti più bisognosi; l'esodo forzato dal sud al nord di tantissimi studenti con Isee superiore a 14.300 e, di conseguenza, l’ulteriore svuotamento delle università del sud; e la mancata iscrizione all’università di migliaia di studenti”.
“Questo – concludono – è l’ultimo colpo di coda del governo Monti che con il decreto ministeriale cosiddetto per la “Determinazione dei livelli essenziali e requisiti di eleggibilità delle prestazioni per il diritto”, differenzia i criteri di accesso tra regioni del sud e del nord, mentre recentemente ha invece omogeneizzato la contribuzione studentesca su tutto il territorio nazionale, con un aumento della tassa regionale per il diritto allo studio, che in Puglia è passata da 77 a 140 euro”. 










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