Solo pochissime aziende potranno ricevere i benefici previsti dal decreto
La CIA di Taranto evidenzia che, relativamente alla declaratoria danni siccità dal 1° marzo al 31 agosto 2012, solo pochissime aziende potranno ottenere i benefici previsti dalla legge.
Infatti, così come è stata impostata la relazione dal servizio alimentazione (ufficio provinciale agricoltura di Taranto), alla quale è seguita la delibera della Regione Puglia e la successiva declaratoria da parte del Ministero, le aziende non riceveranno alcunché, nonostante tutte le colture abbiano subito danni. La differenziazione della percentuale fra le varie colture pone tutte le aziende, in particolare quelle della zona occidentale di Taranto (da Taranto a Ginosa), al di sotto del limite del 30% del danno per accedere ai benefici. Peraltro, la stessa relazione è contraddittoria in alcuni punti; da una parte evidenzia la riduzione di produzione per le colture e un aggravio di costi, dall'altra parte non considera tali costi, perchè, a causa della siccità, gli interventi irrigui ed i costi di produzione sono aumentati in maniera considerevole.
Inoltre, la relazione non include i danni al settore frutticolo, a quello delle uve apirene e al settore bovini da carne. Nella stesura della relazione i tecnici firmatari del servizio alimentazione ufficio provinciale agricoltura della Regione Puglia (e più precisamente il dott. Angelo Bozza e il dott. Giuseppe Leogrande) non hanno ritenuto opportuno né confrontarsi con le organizzazioni di categoria diffuse in maniera capillare sul territorio provinciale, né effettuare sopralluoghi congiunti.
Pertanto, nonostante l’impegno profuso da diversi Comuni della Provincia di Taranto nella predisposizione della modulistica, dei manifesti ed in alcuni casi delle tabelle (excel) per il calcolo della produzione lorda vendibile, solo pochissime aziende potranno ricevere i benefici previsti dal decreto.
Per le ragioni sopra evidenziate, chiediamo alla Regione Puglia di procedere tempestivamente ad una integrazione della relazione e nel contempo a richiedere al Ministero la proroga della scadenza di presentazione delle domande prevista per il 26 febbraio 2013.
A tutto ciò si aggiunge il rilevante danno di immagine arrecato all'agricoltura, additato all'opinione pubblica come continuo percettore di sovvenzioni. E al danno si aggiunge la beffa: in questi giorni dopo “appena” dieci anni le aziende stanno ricevendo qualche briciola per i contributi delle calamità 2003 che rappresentano in realtà una minuscola percentuale dei reali danni che le imprese agricole hanno subito all'epoca.