Duro comunicato dell’azienda
«Ilva comunica di aver ricevuto dai Custodi nominati dal GIP di Taranto una lettera in cui danno seguito alla disposizione dello stesso Giudice in merito alla vendita dei beni sottoposti a sequestro.
Ilva ricorda che il ricavato della vendita di questi beni sarebbe vincolato in un conto bloccato a disposizione dei magistrati in attesa di futura sentenza e ribadisce che, secondo le disposizioni del GIP, nulla del ricavato di tale vendita potrebbe essere utilizzato per l’attuazione dell’AIA.
Come già comunicato da Ilva, tutto ciò è palesemente contrario alla legge 231 del 2012 che prescrive sia il diritto all’esercizio di impresa che la commercializzazione da parte dell’azienda di beni sequestrati.
Le questioni di illegittimità costituzionale sollevate dal GIP e dal Tribunale non fanno venir meno e non sospendono la legge in vigore, che deve quindi essere applicata e alla quale Ilva intende attenersi.
A tale proposito l’Azienda conferma che impugnerà in ogni sede il provvedimento del GIP del 14 febbraio scorso.
Ilva non intende dare il proprio consenso alla commercializzazione dei prodotti da parte di altri soggetti perché lesivo del diritto di impresa e, dal momento che diversi ordini sono stati cancellati negli ultimi mesi dai clienti per l’indisponibilità della merce, si riserva di chiedere i danni a chi dovesse risultarne responsabile».