Un comunicato sulla vicenda del tunnel sotto la scuola Deledda
Dopo cinque lunghi mesi in cui si sono tenute assemblee pubbliche all’interno ed all’esterno della scuola Deledda, è stato presentato un esposto presso la Procura della Repubblica, si è fatto un sit-in dinanzi al Municipio, si sono avuti numerosi incontri presso gli uffici pubblici competenti, è stata comunicata l’intenzione di far scendere in piazza i cittadini del Quartiere Tamburi, finalmente il Comune di Taranto ha messo “nero su bianco” ed ha escluso, dopo gli accertamenti effettuati presso l’istituto scolastico, “la presenza di alcun elemento di rischio sia nella struttura dell’edificio che nel sottosuolo”.
Nonostante ci sia stato il tentativo da parte del primo cittadino di “deresponsabilizzarsi” emanando l’ordinanza n. 8 del 25 gennaio 2013, con cui scaricava interamente sull’Ilva la “patata bollente” delle gallerie che attraversano il sottosuolo del Quartiere Tamburi e dichiarava “sollevata l’Amministrazione Comunale da qualsiasi responsabilità per eventuali danni alle persone e/o alle cose”, abbiamo ottenuto che il Comune di Taranto, lungi dal rifugiarsi in un linguaggio tecnico non comprensibile al cittadino comune, esplicitasse chiaramente l’assenza di pericoli di staticità per gli edifici scolastici.
Abbiamo chiesto ed ottenuto, quindi, una netta assunzione di responsabilità da parte dell’Ente civico, confermata sia dinanzi alle telecamere di un’emittente locale che sulla carta stampata dall’Assessore ai Lavori Pubblici.
Abbiamo chiesto ed ottenuto che “saranno effettuati periodicamente sopralluoghi da parte dei tecnici comunali per la verifica delle strutture scolastiche” e che l’Ilva effettui tutte le verifiche di propria competenza alla presenza dei tecnici comunali.
Questi risultati però non costituiscono un punto di arrivo per il Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, in quanto continueremo a supportare la lotta dei cittadini del Quartiere Tamburi, che ancora chiedono chiarezza sul cedimento dell’asfalto accaduto più di un anno fa nell’area del mercato e che esigono misure immediate di risanamento ambientale anche e soprattutto presso quegli istituti scolastici che si trovano a poche decine di metri dallo stabilimento siderurgico.
Tali misure devono necessariamente essere avviate conseguentemente all'adeguamento degli impianti siderurgici alle migliori tecnologie disponibili: è impensabile bonificare se la fonte inquinante continua ad avvelenare.
Allo stesso modo seguiteremo a raccogliere le istanze di tutti i cittadini della città affinché ogni diritto sia rispettato e non sistematicamente calpestato come per troppo tempo ha consentito una classe politica asservita agli interessi dell’imprenditore di turno.
Seguite l’Apecar perché la sua marcia non la ferma più nessuno!».
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti