Giovanni Bianconi presenta “Figli della notte”
Appuntamento con la storia: questa la sintesi del nuovo incontro letterario programmato per mercoledì 13 marzo alle ore 18.30 presso Taberna Libraria di Latiano, per il ciclio “storie vere”.
Ospite della libreria latianese il giornalista del Corriere della Sera Giovanni Bianconi: ha scritto vari libri, raccontando con acume e gusto per i particolari le vicende criminali avvenute nella capitale negli ultimi trent’anni: dalla funesta vicenda della Banda della Magliana, al terrorismo “nero” dei Nar di Giusva Fioravanti. È uno dei giornalisti italiani che meglio conoscono la storia dei gruppi dell'eversione interna: nei suoi ultimi saggi, ha analizzato con l’ausilio della gran mole di documentazione giudiziaria e dei rapporti investigativi dell’epoca, il fenomeno delle Brigate Rosse e la complessa - e in parte ancora oscura - vicenda del sequestro di Aldo Moro. Per l’attività svolta si può annoverare tra gli appartenenti alla migliore tradizione di giornalismo investigativo italiano.
"Figli della notte. Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi" questo il titolo del libro. Il ventennio che ha insanguinato l’Italia negli anni di piombo, tra il 1969 e il 1988, ha lasciato profonde ferite nella nostra società. Quell’epoca è ormai passata al rango di storia, divisa tra una verità incompleta sancita dalla giustizia e un'altra riconosciuta dagli studiosi però divisa dalle ideologie.
Ma che traccia ne è rimasta nei ragazzi di oggi? Come spiegare loro che in quegli anni si poteva morire ammazzati per strada perché appartenenti allo schieramento politico avverso, o perché considerati simboli di uno Stato che si voleva “abbattere”, o peggio perché nel posto sbagliato al momento sbagliato?
C’è stata una guerra, in quegli anni, frutto di tentazioni reazionarie e follie rivoluzionarie che hanno mietuto centinaia di vittime. Persone normali con la propria vita e il proprio lavoro, che avevano mogli e fidanzati, fratelli e soprattutto figli, di colpo orfani della lunga notte della nostra Repubblica.
Questo libro sceglie la prospettiva di quei bambini e ragazzi di allora. Racconta di figlie che hanno asciugato per strada il sangue del padre poliziotto, o che hanno potuto conoscerlo solo attraverso il video registrato dai suoi aguzzini; racconta la quotidianità di un magistrato che condivideva col figlio l’amore per i fumetti e il calcio, e quella di un ragazzino che aiutava il padre a tenere la contabilità in un quaderno, distrutto come la sua esistenza nell'esplosione di piazza Fontana.