Paga il conto del convitto dove alloggiava e fa la valigia, non siede sul trono con i cardinali, evita lussi e privilegi
La Domus Sacerdotalis Paulus VI è in un antico palazzo di via della Scrofa al numero 70. Ai lati del portone una galleria d’arte, una profumeria e una gelateria. Dentro, una casa per preti. È qui che Jorge Mario Bergoglio alloggiava di solito quando veniva a Roma; comprese le ultime settimane, prima di entrare a Santa Marta per il conclave. Ed è qui che ieri mattina il nuovo Papa è venuto a ritirare le sue cose e a pagare il conto, di fronte a facce sbigottite che volevano esprimere il semplice concetto italiano «Ma Santità sta scherzando, non vorrà mica pagare?». «Proprio perché sono il Papa devo dare l’esempio», ha risposto lui.
A quanto pare Papa Francesco è proprio così, se è vero che un Papa lo si riconosce anche da certi piccoli particolari. Come appunto lo stare in una casa del clero e da lì raggiungere San Pietro, per le Congregazioni che precedono il conclave, con i mezzi pubblici. Spesso anche a piedi. Passeggiava per Roma che sembrava un prete qualsiasi: appena uscito dalla Domus si toglieva pure il berretto cardinalizio, per rimetterselo poi quando si avvicina a San Pietro, perché va bene non essere formali ma non bisogna neppure choccare troppo i confratelli.
I quali però adesso dovranno abituarsi, a uno stile nuovo. Lui l’ha fatto capire subito che era cambiata l’aria. Immediatamente dopo l’elezione e l’accettazione, quando tutti sono ancora lì dentro la Cappella Sistina, c’è il rito dell’omaggio dei cardinali al nuovo Papa. L’usanza è che il Papa si siede sul suo trono, e i cardinali stanno in piedi. Ma mercoledì non è andata così. I cardinali erano in piedi? Anche il Papa è rimasto in piedi.
Dicono poi che quando è andato a indossare l’abito papale avrebbe risposto «questo se lo metta lei» al cerimoniere che gli porgeva la mozzetta, cioè la mantellina rossa bordata di ermellino. Probabilmente non è vero che ha risposto così, perché chi lo conosce bene assicura che il suo modo di parlare non è quello. Ma è un fatto che la mozzetta non l’ha messa, e si è presentato alla loggia di San Pietro solo con un semplice abito bianco, e con la sua solita croce pettorale di ferro. Anche la stola era semplice, e l’ha messa solo al momento della benedizione.
Dopo aver parlato alla folla doveva tornare a Santa Marta. Naturalmente gli hanno chiesto di salire sull’auto papale, una Mercedes super blindata e con tutti i confort. Non sia mai. Papa Francesco (a proposito: si chiama così, Francesco e basta, senza il «primo») è salito sul bus con tutti gli altri cardinali, così come aveva fatto all’andata. A cena raccontano che c’era un clima di festa. Che si scherzava. E che lui a un certo punto ha guardato i cardinali e ha detto: «Che Dio vi perdoni per quello che avete fatto». Poi ha telefonato a Benedetto XVI.
Il primo giorno da Papa, cioè ieri, è uno di quei giorni che forse peseranno come secoli. In poche ore Jorge Mario Bergoglio sembra aver già spazzato via forme e formalismi. Alle otto di mattina ha voluto andare a pregare la Madonna a Santa Maria Maggiore e c’è andato con un’auto della gendarmeria vaticana: un’auto sola vogliamo dire, non il solito codazzo. È entrato nella basilica tenendo in mano, come un fidanzatino, un mazzetto di fiori, e l’ha deposto davanti all’icona mariana della cappella Salus Populi Romani. Ha pregato in ginocchio e in silenzio. Poi è andato all’altare dove è conservata una reliquia della mangiatoia della Natività.
Quindi in una cappella che si chiama anch’essa Sistina, all’altare dove sant’Ignazio di Loyola celebrò, una notte di Natale, la sua prima messa: è un luogo fortemente simbolico per i gesuiti. Ha salutato il personale della basilica e infine ha pregato sulla tomba di san Pio V, il Papa della battaglia di Lepanto e della messa del vecchio rito; il Papa domenicano, quello che inaugurò la tradizione del semplice abito bianco.
È stato dopo questa visita a Santa Maria Maggiore che Papa Francesco ha voluto andare a saldare i propri debiti alla Domus Sacerdotalis di via della Scrofa. C’era una persona, con lui. Ma il Papa non ha voluto che alcuno lo aiutasse: è salito in camera, ha preso le sue cose - che non sono molte - e s’è fatto da solo la valigia. Quindi è tornato a Santa Marta a organizzare le prossime giornate.
C’è il rischio di una nuova retorica? Chi conosce da tempo Bergoglio dice che lui non sta recitando alcuna parte. È così ed è sempre stato così. I cardinali - lo Spirito, per chi crede - l’hanno scelto proprio per questo: perché il mondo di oggi chiede alla Chiesa di testimoniare più con la vita che con le parole. Ma poi: non dovrebbe essere normale, per un cristiano, comportarsi con sobrietà, con semplicità? Certe esibizioni da Chiesa trionfante forse hanno avuto un significato in passato. Forse. Certamente oggi appaiono fuori dal tempo e dalla sensibilità comune.
«Certo questo Papa creerà qualche problema inedito alla sicurezza vaticana», ha commentato ieri padre Lombardi, che però ha aggiunto: «Ma i responsabili della sicurezza sono al servizio del Santo Padre e sanno che devono adeguarsi al suo stile pastorale». C’è da scommettere che saranno molti, i piccoli grandi gesti di questo Papa argentino; e c’è da sperare che non siano solo quelli della security vaticana a doversi adeguare.