Ieri hanno preso la parola i legali del nipote e del fratello di Michele Misseri
Continua il turn over dei legali delle varie parti nel processo per la morte di Sarah Scazzi. L’udienza di ieri ha dato la parola all’avv. Raffaele Missere, legale del nipote di Michele Misseri, Cosimo Cosma, accusato di soppressione di cadavere nell’ambito del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi e per il quale i Pm hanno chiesto una condanna a otto anni di carcere sia per Cosma che Carmine Misseri, fratello di Michele.
Il legale, che ha ridimensionato il senso delle telefonate tra zio e nipote alle quali la Corte ha attribuito il carattere della complicità nella soppressione del cadavere, per sottolineare che qualunque fosse il contenuto delle stesse faceva riferimento a quanto appreso dai giornali come per il resto dell’opinione pubblica.
Inoltre il legale non ha mancato di criticare criteri la sin troppo lacunosa autopsia condotta dal medico legale Luigi Strada sul corpo della povera Sarah, la quale non dà risposte sul contenuto dei polmoni della ragazza, sui succhi gastrici e se fosse presente o meno acqua dovuta al permanere della ragazzina nel pozzo per quaranta giorni, ed altri riscontri che continuano a fare del processo Scazzi un processo sul nulla, indiziario e privo di ogni prova oggettiva.“Non c’è una verità provata. Questo è un processo del nulla e l’unica verità è che una bambina è stata uccisa e chiede dall’aldilà che in quest’aula si faccia giustizia. Ma non si sa chi l’ha uccisa, come è stata uccisa e come è morta”.
Queste le dichiarazioni lampo dell'avvocato a confronto con quelle di un altro avvocato, Lorenzo Bullo, incaricato di difendere Carmine Misseri, fratello di Michele.
Il legale ha infatti detto: «Il mio assistito non sapeva nemmeno dove fosse il pozzo. Il pubblico ministero si sofferma sugli indizi, ma bisogna vedere quanto pesano dal punto di vista probatorio questi indizi. Il rischio è che ci possano essere nelle lettura globale delle contraddizioni macroscopiche».
Insomma dopo tanto parlare è tempo di fare i conti soprattutto quando questi presentano molti zeri e mettono in gioco la tanto amata libertà.
Mimmo Palummieri