Tra miracoli e aneddoti, il racconto della signora Antonucci
Chiunque visita le tavolate devozionali di via Roma nel giorno di San Giuseppe, quella della casa delle sorelle Antonucci è una tappa obbligata. Nel piano terra dell’abitazione, appena si entra, è sistemata una statua del Santo e, lateralmente, migliaia di panini che attendono di essere benedetti e, successivamente, distribuiti alla gente.
«L’origine della statua? E’ da generazioni (quattro, forse cinque), che la mia famiglia l’ha fatta realizzare come forma di devozione a San Giuseppe» ci racconta la signora Antonucci, “memoria” storica di questa tradizione. «E’ sempre stata nella nostra abitazione, aperta a chiunque voglia recitare una preghiera».
Ai lati dell’altare, decine di recipienti colmi di panini.
«Una volta eravamo noi ad impastare la farina e a infornare il pane e a preparare tanti altri alimenti che, dopo la benedizione, venivano distribuiti ai presenti» racconta anche una delle due sorelle Antonucci. «Ora l’età non consente più questi sforzi e, quindi, ordiniamo il pane direttamente dai panifici».
Ma come nasce questa profonda devozione verso San Giuseppe? La signora Antonucci ci racconta alcuni aneddoti, che non esita a definire come miracoli.
«Diversi decenni fa, mio padre, quando aveva una trentina d’anni, si ammalò gravemente» ricorda la signora Antonucci, che ci chiede di non indicare il suo nome di battesimo. «I medici ritenevano che non sarebbe sopravvissuto. Invece una signora cieca che abitava nei pressi della nostra abitazione, nottetempo, ebbe la visione di San Giuseppe. Dal Santo, che si presentò come un vecchietto, ebbe un messaggio da trasmettere a mia madre: mio padre avrebbe sofferto ancora, ma non sarebbe morto. Inoltre, San Giuseppe invitò questa signora anziana ad ammirare la bellezza della statua a lui dedicata che era presente nella nostra casa. Questa signora, fra l’iniziale perplessità di mia madre, riferì il messaggio del Santo e, passando vicino alla Statua, per un attimo le ritornò la vista, giusto il tempo necessario per vedere la statua. Mio padre soffrì ancora, ma poi vinse la malattia e visse sino all’età di 80 anni».
La signora Antonucci ci racconta, poi, un altro episodio caratterizzato dall’apparizione del Santo: è la storia di un cavallo, acquistato dal padre per i lavori di campagna, ritroso ad accettare le briglie, ma che poi, dopo le “rassicurazioni” di San Giuseppe (questa volta apparso al padre della signora Antonucci), diventa improvvisamente mansueto.
Negli occhi di questa signora si legge la devozione e la fede verso il Santo, gli stessi sentimenti che animano, da anni, i riti in onore dello sposo di Maria.