venerdì 20 settembre 2024


21/03/2013 08:16:54 - Avetrana - Attualità

Nella sua arringa, sottolinea invece la colpevolezza di Michele Misseri

 
Anche Hollywood fa la sua comparsa nel processo Scazzi.
Chi l’avrebbe mai pensato che l’industria americana del cinema, l’onnipotente fabbrica dei sogni di tutti i tempi, si sarebbe scomodata nella tappa italiana per la difesa di Cosima Serrano, accusata insieme alla figlia di concorso in omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Eppure è successo ed in aula il miracolo della trasferta lo ha compiuto il legale dell’accusata, avv. Franco De Jaco.
L’accurata arringa della difesa affida al potere delle immagini di un film in bianco e nero del 1957 il destino della sorella della mamma di Sarah. Il film in questione, diretto da Sidney Lumet, intitolato “Parola ai giurati” e magistralmente interpretato da un superbo Henry Fonda, racconta l’accorata difesa di un ragazzo di diciotto anni accusato di aver ucciso il padre che lo picchiava. Nella pellicola, rivolgendosi ai giurati, riuniti in Camera di Consiglio, spetta all’avvocato del giovane dimostrare che non ci può essere una condanna quando sussista quel “ragionevole dubbio” di fronte al quale è impossibile emettere un verdetto di colpevolezza. Ergo, se l’effetto optical del bianco e nero non si è sbiadito seppur a distanza di sessant'anni, il caso viene a fagiolo se evidentemente merita di essere citato nella Corte di Assise di Taranto, dove se ne sono sentite davvero di tutti i colori.
Se questa è la premessa, la conclusione non può che essere logica e viene enfaticamente proferita dall’avv. De Jaco il quale testualmente dice: «Quanto è avvenuto in questo processo non ha dimostrato assolutamente il coinvolgimento di Cosima Serrano nell’omicidio, tanto che la Procura ha dedicato alla sua figura pochi passi in relazione al presunto sogno del fioraio. Perché» continua il legale, criticando l’operato della Procura - «quando si è accertato che Sarah, uscita da casa, era arrivata in quella dei Misseri, non è stata sequestrata l’abitazione dei Misseri?».
E in considerazione della statura non certo esile della signora Cosima, per non parlare di una guida non all’altezza di quella dei migliori piloti di F1, quale capacità avrebbe avuto l’imputata di rincorrere la nipote, sequestrarla e poi concorrere in omicidio con la figlia, rischiando di essere notata in pieno pomeriggio di un’estate calda di un 26 agosto?
Questo in sostanza l’intervento dell’avv. De Jaco, il cui obiettivo è stato sicuramente centrato, se apparentando la vicenda Scazzi a quella cinematografica, ha dimostrato che il ragionevole dubbio esiste e come per la signora Cosima!
Non solo: il legale ribadisce l’assoluta colpevolezza di Michele Misseri, il quale avrebbe fatto ritrovare il telefonino e, sommerso dai rimorsi di coscienza, ha fatto ritrovare il corpo della nipote per non parlare delle inequivocabili confessioni. E se nulla conduce alla sua assistita, tutto porta a lui, tanto generoso quando si è trattato di diffondere in TV i remake della fase assassina.
La conclusione è quasi scontata: assoluzione per non aver commesso il fatto. Il paradosso? Non manca davvero se, alla fine, i testimoni a sostegno dell’accusa rischiano a vario titolo l’incriminazione per falsa testimonianza, perchè l’avvocato ha ribadito l’assoluta infondatezza delle dichiarazioni rese agli inquirenti da parte degli stessi, smantellate come solo un lupo di mare navigato poteva fare tra le onde spaventose di un oceano nella tempesta.
Parola ai legali di Sabrina la prossima settimana.
 
Mimmo Palummieri










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