martedì 26 novembre 2024


27/03/2013 11:18:10 - Provincia di Taranto - Attualità

La replica di Pierfranco Bruni: «Io non sono un essere umano caro Franco Battiato ma tu sei una delusione!»

 
«Ebbene! Io sono uno, dei tanti o pochi, impresentabili, che ha votato per la destra, perché la mia cultura, la mia formazione, i miei autori, la mia vita è di destra. Sono una persona prima di tutto, ma ciò detto oltre le metafore, sono uno dei tanti o pochi che “non appartiene agli esseri umani” come ci ha classificato l’amante dell’Oriente dei sufi, ovvero Franco Battiato.
Prendetevi paura perché non ho né timore né tremore di uno impresentabile che non è, tra l’altro, un essere umano, quale io sono.
Dove siamo finiti caro Battiato e proprio tu che ti reputavi un “soggetto” serio e da ascoltare con attenzione sei caduto nelle briciole di un linguaggio comunista e nazista. Ho pietà per me per le parole che hai pronunciato e oggi ti dico che ho un po’ di vergogna di me stesso per aver ascoltato e letto i testi di un uomo che ha nei miei confronti una tale concezione - considerazione.
Hai mentito e continui a mentire nel nome dei sufi, della cultura islamica, del mondo buddista. Perché chi proviene da queste lezioni non pronuncia quelle parole. Lo dico con serenità. Continui a mentire nel tentare di dettare insegnamenti. Mi rendo conto della fragilità dell’essere umano.
Io che citavo i tuoi versi. Tutti non veri perché soltanto chi ha un livore e anche un senso del ridicolo della storia può pronunciare le parole che tu hai pronunciato. Questa destra italiana non presentabile e non appartenente agli essere umani. Posso capire l’annunziatura comunista di Lucia, pecorella smarrita e manzoniamente ritrovata, ma il tuo linguaggio, mio caro Franco, è proprio un ferro battuto sui tamburi del vento.
La tua poesia, se poesia è, (perché un orientale, l’amore per l’Oriente, intreccia vita e poesia: non lo sapevi?) che fine ha fatto? I tuoi rimandi a tutto un mondo tradizionalista occidentale ed orientale, esoterico, musulmano e tibetano che strade stanno percorrendo? Mi auguro che il sole e le nuvole di Parigi abbiano dislocato altrove le tue alchimie verso piramidi rovesciate altrimenti saresti non solo una delusione ma anche la fine di un viaggio. Il tuo viaggio nelle parole vere.
Mi dispiace non tanto per me che ho letto e considerato i tuoi testi, oggi li scaccerei dai miei passi dopo la marxista considerazione che hai degli uomini come me, di destra senza alcuna conversione e senza una Damasco da giustificare, ma con il difetto o vizio della coerenza che appartiene agli Illuminati.
Mi dispiace per te.
Sì, perché chi segue i passi dei Maestri, si veste con la tradizione dei Maestri e canta con le pause dei Maestri scivolare nella rozzezza significa che sulla tua strada ci sono stati solo piccoli uomini e cattivi maestri e quella storia che recitano i dervisci danzanti o i monaci tibetani non ti appartiene, non è parte integrante del tuo modo di essere. Forse solo del tuo modo di vestire, a volte, ma Proust la pensava bene quando diceva che tutta la vita si muove sulla messa in prova di un vestito nuovo.
Sei una delusione.
Ed io non sono uno di quelli che la patologia leggendaria vuole che si offra l’altra guancia. Dopo il primo schiaffo reagisco. Magari con il silenzio come sanno fare i veri guerrieri impeccabili o gli sciamani del silenzio e dell’ascolto.
Ponendomi in ascolto, ti dico che sei stato irrispettoso a pronunciare quella frase. E non porgendoti l’altra guancia, perché non meriti più nulla, spezzerò tutti i tuoi cd e ne farò un falò. Un falò sotto la luna come fecero i partigiani comunisti, raccontati da Pavese, della vita di Santa. Così potrai finalmente accusarmi di nazista tanto sarei pari alle parole che tu hai usato nei miei confronti. Ti pare poco?
Per me non esisti più. Lo so che te ne frega poco. Ma non esisti non solo per la frase che hai pronunciato e non avresti dovuto per essere tu un essere umano, e lo sei (vedi non faccio discriminazioni), “Humanitas” ti dice qualcosa?, ma per aver spezzato una tradizione, la tua tradizione, perché tu puoi mutare opinione, posizione, atteggiamento ma ciò che hai scritto resta e allora rileggiti.
Forse lungo le vie dell’assessorato ti sei un po’ smarrito. Questo te lo devi proprio per ritrovare un certo “centro di gravità permanente”.
Sei una delusione! Non raccontarmi e non raccontarti più nulla.
Con una frase hai spezzato la tua storia. Punto.
Il resto lo affido non ai tuoi danzatori sciamani, perché li hai uccisi con quella frase, ma alla mia storia di impeccabile guerriero di luce che pone al centro il cuore dell’uomo, della persona, della speranza.
Tu resta non so dove. Fatti tuoi e dei tuoi desideri.
Io sono e resto di destra e quindi non sono un essere umano.
Tu non so cosa sei: un essere umano. Certamente! Ma se io dovessi scegliere tra te e me non sceglierei te».
 
Pierfranco Bruni










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