Secondo l’Ilva potrebbe configurarsi l’accanimento dei giudici contro lo stabilimento
Avevano promesso collaborazione istituzionale. D’altronde un ex prefetto e i magistrati erano fatti appositamente per lavorare a braccetto. Invece sono finiti in tribunale: il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante ha denunciato in Procura a Potenza i magistrati tarantini che si stanno occupando del siderurgico e i custodi incaricati di vigilare il sequestro. Il presidente del siderurgico chiede ai magistrati potentini di verificare se sono ravvisabili reati nei loro confronti: oggetto del contendere è l’atteggiamento avuto nel corso della diatriba giudiziaria, dal sequestro dell’impianto sino al blocco dell’acciaio prodotto.
La denuncia è stata depositata nei giorni scorsi da parte dell’avvocato Leonardo Pace per conto dello studio De Luca di Milano che segue l’azienda. Nella denuncia non ci sono i nomi né del procuratore capo Franco Sebastio, né quello dei sostituti che stanno svolgendo l’inchiesta, né tantomeno quello del gip Patrizia Todisco. Sono ricostruiti passo per passo però i loro provvedimenti, dal sequestro dell’area a caldo avvenuto nel luglio scorso sino al blocco della produzione deciso a novembre.
«La decisione di denunciare i magistrati del prefetto Bruno Ferrante ci indigna - attaccano il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti e Fabio Matacchiera del Fondo antidiossina onlus. «Reiteriamo il nostro sostegno alla magistratura di Taranto e indirizziamo ai giudici il nostro messaggio di piena solidarietà, invitandoli a continuare a percorrere quella strada finora tracciata che porta a tenere alti i valori della vita e della legalità».
Una solidarietà che si manifesterà per strada nella grande manifestazione organizzata per il 7 aprile prossimo.