Il ruolo delle politiche regionali e locali. La vertenza-depuratori a Lizzano e Manduria
«Il 45% degli arrivi in Puglia è legato al prodotto mare, come ha confermato l’analisi del mercato del turismo condotta per conto della Regione dal Ciset (Centro Internazionale di Studi sull’economia del Turismo).
Il mare dunque è il principale attrattore delle vacanze in Puglia per quasi la metà dei turisti che da fine primavera a estate inoltrata raggiungono le nostre località e città costiere; 9785 posti letto sul mare nelle strutture alberghiere e nei campeggi della provincia di Taranto, il dato non comprende i B & B, le case vacanze, gli agriturismi e le varie tipologie non classificate. Numeri non sorprendono, ma anzi confermano quanto Confcommercio va asserendo da tempo e cioè che si debba spingere l’acceleratore su percorsi mirati di valorizzazione e promozione della risorsa ‘mare’, prima che altri competitor dell’area mediterranea perfezionino la loro offerta turistica attraverso politiche di marketing basate sul mix qualità/prezzo.
Le politiche di promozione non possono però prescindere dalla assoluta qualità del prodotto offerto, non sempre adeguatamente tutelato da politiche pubbliche capaci di coniugare ambiente, salute, economia. Accade infatti che pezzi di territorio vengano salvaguardati a danno di altri habitat naturali, come nel caso dei depuratori con scarico a mare, poiché manca una visone di sviluppo economico s’assieme. Una contraddizione del territorio provinciale dove la necessità di non inquinare la falda acquifera può all’occorrenza significare autorizzare la scarico a mare dei reflui. Su questo tema Confcommercio Taranto ha aperto un fronte di dialogo prima e di duro confronto poi con alcune amministrazioni locali, con l’AQP e con gli organi regionali, ad oggi poco attenti a coniugare in modo equilibrato la tutela del suolo e del sotto suolo con quella del mare, l’agricoltura con il turismo e le altre attività umane. All’orizzonte si intravede una possibile schiarita, per quanto concerne l’impianto di Lizzano, in merito al quale sarà la vice presidente della Regione, Barbanente, a tirare le somme a fine mese.
A ciò si aggiunga la questione della fascia costiera e della erosione, tema sul quale da tempo Confcommercio ha chiesto alla Regione – anche attraverso richieste di incontro inoltrate al presidente Vendola e agli Assessori al turismo, al demanio e all’ambiente- di conoscere se vi siano programmi ad hoc per contrastare l’azione distruttiva delle mareggiate che anno dopo anno sottraggono metri di spiaggia e di scogliera alle nostre coste. Infine, i piani delle coste, di cui molti comuni non sono purtroppo ancora dotati. Uno strumento di pianificazione e governo finalizzato a garantire il giusto equilibrio fra le esigenze della tutela e salvaguardia ambientale e paesaggistica e lo sviluppo delle attività economiche e sociali delle aree costiere. Uno strumento in assenza del quale non è possibile programmare una seria pianificazione degli approdi nautici di cui la nostra provincia ha assoluto bisogno.
Per quanto concerne infine il Comune di Taranto, che solo ora ha avviato un percorso per la redazione di un “Piano comunale per la tutela, la salvaguardia e lo sviluppo delle coste”, Confcommercio, in quanto Organizzazione di rappresentanza delle imprese del turismo e delle attività del mare, ritiene di dover necessariamente essere coinvolta nella fase di programmazione dell’area di pertinenza del capoluogo per la sua naturale competenza in una materia che attiene soprattutto i temi delle aree vincolate, dello sviluppo turistico, del marketing territoriale e delle produzioni marine. Non a caso il tema della tutela e della salvaguardia delle coste e del mare –come già detto- ci vede da mesi impegnati in un percorso di confronto con la Regione Puglia, avviato con il coinvolgimento dei Comuni rivieraschi del territorio provinciale, compreso il Comune di Taranto. La pianificazione delle aree costiere è strettamente legata al tema dello sviluppo sostenibile e del rilancio del territorio in un ottica di superamento delle criticità e di rafforzamento dei fattori di attrattività. Concetto che però si fatica a comprendere dal momento in cui si trascura l’apporto professionale di soggetti come l’Ordine degli Architetti o Confcommercio. La pianificazione delle aree costiere è strettamente legata al tema dello sviluppo sostenibile e del rilancio del territorio in un ottica di superamento delle criticità e di rafforzamento dei fattori di attrattività. Contesto che richiede un forte protagonismo delle associazioni di rappresentanza delle categorie».