In un comunicato, espressa la totale contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici
L’Associazione librai italiani (ALI), unitamente alle rappresentanze del settore (Associazione italiana editori (AIE), Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, l’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali (ANARPE), componenti tutti della filiera del libro), affermano congiuntamente la loro totale contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici, firmato nei giorni scorsi dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo. Il decreto, secondo i componenti della filiera, oltre a non tenere conto delle indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole e il principio costituzionale della libertà di insegnamento, non considera in alcun modo l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, Wi-Fi, dotazioni tecnologiche, …).
«Le disposizioni firmate dal ministro Profumo – afferma Luigi TRAETTA, presidente provinciale ALI- non prevedono (come succede normalmente negli altri paesi che analogamente affrontano il tema della digitalizzazione nelle scuole) investimenti pubblici. Al contrario, riversano sulle imprese e sulle famiglie l’onere per l’innovazione scolastica, prevedendo, addirittura, che queste ultime versino alle scuole quanto eventualmente risparmiato o lo destinino per l’acquisto di tablet o pc. Una utopia lontana mille miglia dalla situazione reale del Paese, che non tiene conto delle difficoltà economiche delle famiglie, non di rado impossibilitate già ora ad acquistare un minimo di testi base per l’istruzione dei propri figli».
Il decreto rischia seriamente, in un contesto generale di profonda crisi economica, di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende e gli occupati dell’intera filiera del libro e della carta, già pesantemente condizionata da restrittive norme specifiche, senza peraltro assicurare alcun vantaggio in termini di risultati didattici attesi e, soprattutto, di tutela dei bilanci familiari certamente sottoposti a nuovi e maggiori costi derivanti da un non avveduto e graduale passaggio al digitale. La filiera del libro e della carta, al contrario, riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile.