La durissima replica di Salvatore Spina: «Avetrana non è un paese di merda»
«Leggo su twitter un “cinguettio” dell’ANSA, che accusa gli avetranesi di aver dimenticato la morte di Sarah Scazzi e, addirittura, di festeggiare il santo patrono. Ci clicco, e mi ritrovo i commenti ignobili di un tizio che bolla Avetrana come un “paese di merda” da cancellare dalla carta geografica, ed i miei concittadini come “compagni di merende”.
La mia coscienza mi impone di reagire. Il martirio al quale tutta Avetrana è stata sottoposta in questi anni, in parte per nulla rifiutato, da parte dei mass media che, con furba scelta, hanno selezionato le voci e le facce da dare in pasto all’opinione pubblica deve finire. Non possiamo più tollerare questo massacro mediatico che (salvo alcune eccezioni) non esita a ricoprire Avetrana ed i miei concittadini di insulti e parole spregevoli.
L’ANSA accusa gli Avetranesi di provare indifferenza. Acuti commentatori si permettono di rendere compartecipi tutti i miei concittadini di una vicenda di cronaca come ce ne sono centinaia e migliaia in tutto il mondo, addirittura consigliando bonariamente che le vite di tutti siano sospese, che la festa del Patrono non si svolga (perché poi qualcuno me lo deve spiegare. Per un omicidio a Roma, a Pechino o a New York, dopo 3 anni non si fa la Parata del 2 Giugno, o il Primo Maggio o la Maratona? Mah).
Dopo aver trasformato, deliberatamente, il mio bellissimo paesino (certo con mille difetti, ma con mille pregi per ogni difetto), in un perfetto scenario, dopo aver imposto per mesi un copione ai miei concittadini, dopo aver acceso e spento a piacimento i riflettori, ora ci si stupisce che gli Avetranesi mostrino che nei confronti di questo ambaradan sono stufi, schifati, persino insofferenti? Vorrei dare una notizia a chiunque si senta in dovere di dare il proprio (discutibile) giudizio sul paese che amo: avete spremuto Avetrana fino all'ultima goccia, ora non abbiamo più nulla da offrire al circo mediatico; per favore, andate a bussare altrove.
Il mio vuole essere un appello al sindaco, ma anche ai mezzi di informazione, ben consapevole che essi hanno la responsabilità di riportare le notizie, ma altrettanto consapevole che una battuta di 4 righe d’agenzia non può sostituirsi all’esame sociologico di un dramma (personale, familiare, comunitario) ed immolare gli incolpevoli cittadini di Avetrana sull’altare delle vittime sacrificali dei nuovi mezzi di comunicazione di massa».
Salvatore Spina