600 mila euro circa è la cifra stanziata da ‘Pugliapromozione’ per tentare di far riemergere l’immagine del territorio provinciale dal buco nero in cui l’ha fatta precipitare la vicenda Ilva
«“Questa è Taranto”. Finalmente una fotografia a colori di Taranto e del suo territorio provinciale, girerà in alcune grandi stazioni ferroviarie, nelle principali stazioni di servizio autostradali, sulle fiancate di qualche taxi, su un po’ di giornali e nei siti web. Confcommercio Taranto si è impegnata molto in questa direzione, portando avanti – a partire dallo scorso settembre- un percorso di confronto ed ascolto ( a Taranto e nella provincia) che ha coinvolto circa 200 operatori, Comuni, Regione, la stessa Puglia Promozione, partendo dall’idea che occorresse chiedere un “intervento straordinario per una situazione straordinariamente drammatica”.
600 mila euro circa è la cifra stanziata da ‘Pugliapromozione’ per tentare di far riemergere l’immagine del territorio provinciale dal buco nero in cui l’ha fatta precipitare la vicenda Ilva. Una cifra tutto sommato modesta per poter tentare di rendere turisticamente credibile un territorio che oggi –nell’immaginario collettivo degli Italiani - passa per essere una sorta di terra di frontiera, dove la vita degli uomini vale zero.
Il battage pubblicitario programmato dall’Agenzia regionale del turismo per molte realtà rappresenterebbe l’ordinaria amministrazione, ma per Taranto è invece la terapia d’urto ad una situazione davvero off limits. E ciò perché Taranto è sempre stata considerata la cenerentola del turismo pugliese e gli investimenti pubblici a suo favore sono sempre stati più che modesti.
Ora, finalmente, la Regione – dando ascolto alle richieste di aiuto degli operatori del turismo – è scesa in campo con una campagna ad hoc dedicata a Taranto; sarebbe stato assurdo infatti, se anche quest’anno si fosse data priorità alle solite top player del turismo pugliese, lasciando Taranto al palo .
Difficile comprendere le critiche di quanti in queste ore anziché plaudire all’iniziativa di Puglia Promozione asseriscono che si tratta di un investimento sbagliato che sottrae risorse a cose più serie, come l’istituzione del registro tumori. Certamente la tutela della salute è il primo degli obiettivi da perseguire, ma non è detto che ogni ragionamento, ogni richiesta di aiuto pubblico debba esaurirsi con le bonifiche e la salute. Non possiamo continuare a parlare solo e soltanto di Ilva. Rischiamo davvero di perdere tutto e di precluderci la strada per la costruzione di ogni possibile futuro. Anzi vorremmo che le Amministrazioni comunali programmassero finalmente serie politiche del turismo e non si limitassero ad accodarsi agli interventi messi in campo da altri soggetti.
La salvaguardia dell’economia legata al patrimonio naturale e culturale (dall’agricoltura, al turismo, l’artigianato e il commercio) è un obiettivo importante per tutti, e non solo per chi lavora nel settore; se vogliamo garantire un domani alle generazioni future dobbiamo intraprendere un percorso di salvaguardia dell’esistente (il mare, il patrimonio culturale, le produzioni locali ) e di programmazione delle direttrici di sviluppo.
La campagna pubblicitaria di Puglia Promozione non solo è giusta, ma non ci basta, vogliamo di più. Vogliamo infrastrutture turistiche e per il tempo libero, vogliamo centri storici dignitosi e accoglienti, vogliamo serie politiche per la mobilità delle persone e delle merci, vogliamo politiche di governo dei territori (a partire dai piani delle coste), vogliamo l’acqua potabile ovunque e depuratori che non scarichino reflui a mare, vogliano internet ovunque, vogliamo le spiagge pubbliche pulite, una raccolta rifiuti che funzioni. Noi vogliamo di più».