«Esiste un problema di credibilità del risanatore». Tecnici ancora al lavoro, si va verso il commissariamento.
Il commissariamento dell’Ilva “è un’ipotesi su cui stiamo lavorando”, ma deve essere tale che “chi risana non sia chi ha inquinato”. I Riva dunque. Sono le parole del ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato a margine del Consiglio Ue pronunciate nei giorni caldi della discussione e della decisione attesa sul futuro dello stabilimento siderurgico tarantino. Dopo quelle che si sono succedute per tutta la giornata di ieri, continuano a Palazzo Chigi e nelle sedi dei ministeri interessati le riunioni e gli approfondimenti tecnici per risolvere il 'caso'. La questione resta ingarbugliata e si cerca un compromesso che consenta di evitare il blocco degli impianti e di assicurare la continuità produttiva, la tutela del posto di 40mila lavoratori (compresi quelli dell'indotto) e la protezione dell'ambiente e della salute. E su questo fronte, arrivano le conclusioni dell'Arpa, illustrate dal direttore Giorgio Assennato nel corso dell'audizione tenuta dalla quinta Commissione del consiglio regionale pugliese. Un'analisi della situazione e delle prospettive, che si conclude con l'amara constatazione che "se fossero stati realizzati gli studi epidemiologici proposti al ministero da Arpa e Asl di Taranto in sede Aia, forse ci sarebbe stata una gestione pre-giudiziaria del problema ambiente-salute e non sarebbero scoppiati i conflitti sociali e istituzionali".
Il governo non cerca acquirenti per l'Ilva ma mira a far rispettare le prescrizioni ambientali, chiarisce il ministro. "Noi non ci stiamo muovendo nella direzione di cercare acquirenti ma di far in modo che le prescrizioni siano rispettate" perché, ha sottolineato Zanonato, "un conto è la proprietà un conto è la direzione", e la prima "si muoverà come ritiene opportuno, noi ci muoviamo nella direzione di obbligare lo stabilimento a rispettare le prescrizioni". "Fare presto ma fare bene", è l'esortazione agli esperti al lavoro sul caso Ilva. I problemi da risolvere però restano tanti e sono di diversa natura: primo fra tutti il reperimento dei fondi necessari per la bonifica, e poi ancora la gestione della produzione e di tutto l'impianto siderurgico. "Uno dei problemi è la credibilità del risanatore", sostiene il ministro che aggiunge: "Non credo oggi, ma nei prossimi giorni sicuramente" arriverà la soluzione. E la soluzione cui mira il governo "tiene insieme l'assoluta necessità di bonificare" ma "senza bloccare la produzione". La situazione dell'Ilva "è estremamente complicata" - gli fa eco il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, parlando alla stampa a margine della ministeriale Ocse - ma "credo che verrà presa una decisione a breve, per assicurare la continuità dell'attività e assicurare i posti di lavoro dell'azienda e dell'indotto".