martedì 26 novembre 2024


05/06/2013 09:36:31 - Provincia di Taranto - Attualità

Le organizzazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura ritengono che gli sperperi e la cattiva gestione degli impianti irrigui regionali ora gestiti dall’ARIF non possono gravare sulle spalle degli utenti con un aumento indiscriminato delle tariffe irrigue

 
Le organizzazioni di categoria Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti e Confagricoltura della provincia di Taranto chiedono alla Giunta Regionale e all’Assessore alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni di sospendere l’esecutività della delibera n. 58 del 3 maggio 2013 con la quale sono state approvate le nuove tariffe dei canoni irrigui degli impianti regionali.
Peraltro, nelle settimane scorse le organizzazioni di categoria della provincia di Taranto avevano più volte incontrato l’assessore Nardoni per chiedendogli un intervento per abbassare le tariffe in vigore pari ad euro 750 per ettaro prenotato al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara.
Le organizzazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura ritengono che gli sperperi e la cattiva gestione degli impianti irrigui regionali ora gestiti dall’ARIF non possono gravare sulle spalle degli utenti con un aumento indiscriminato delle tariffe irrigue.
In questa maniera si rende difficile l’utilizzo delle acque degli impianti collettivi, poiché i costi per ettaro superano di gran lunga quelli pagati utilizzando i pozzi aziendali, inoltre tale comportamento alimenta la confusione e la disaffezione degli utenti a sottoscrivere le domande di irrigazione.
Ribadiamo ancora una volta che nella vicina Basilicata il costo dell’acqua erogata per circa dieci mesi l’anno è pari ad euro 180 per ettaro.
In un momento in cui il settore agricolo sta cercando di riprendersi dalla grave crisi, fungendo anche da ammortizzatore sociale nella nostra provincia considerata la crisi degli altri settori, simili decisioni affossano la volontà di sviluppare l’agricoltura nella nostra provincia.
Per le ragioni sopraesposte chiediamo l’immediata sospensione della esecutività della delibera e l’apertura di un confronto fra la Regione Puglia e le organizzazioni di categoria.










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