martedì 26 novembre 2024


07/06/2013 08:52:52 - Provincia di Taranto - Attualità

Sulla Regionale 8, secondo Giangrande «ci si sta allontanando dalla realtà e si invocano soluzioni, ispirate da una visione integralista di tutela del territorio, che non lascia spazio ad ipotesi di costruzione di una vera economia alternativa basata sul turismo»

 
La “Capitale europea dell’acciaio”: è così che Taranto amava definirsi sino a qualche tempo fa! Oggi, se i tarantini ne avessero la possibilità, ben volentieri rinuncerebbero alla grande fabbrica. Probabilmente anche Brindisi sceglierebbe la stessa strada, così Bagnoli e ovunque, nel Mezzogiorno del nostro Paese, si siano perseguite politiche industriali calate dall’alto che non avevano radici della storia, nella cultura e nelle vocazioni naturali delle regioni meridionali e che hanno dovuto forzare, in alcuni casi violentare, città e campagne, brutalizzando il paesaggio.  
Ciò malgrado, il territorio  può ancora divenire un fattore di competitività, di crescita e di sviluppo per l’economia provinciale. A tal proposito il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, dichiara: «Noi Tarantini,  malgrado la nostra etichetta di abitanti di una delle città più inquinate d’Italia, ci crediamo e per questo stiamo conducendo la nostra battaglia per ambientalizzare l’industria e tentare di renderla compatibile con altri percorsi di crescita. Abbiamo il sole da maggio a ottobre, il mare fortunatamente ancora bello e trasparente; abbiamo un patrimonio di sapori rappresentato da un paniere ricchissimo di prodotti enogastronomici meravigliosi. Abbiamo la bellezza dei nostri accoglienti dei centri storici, in parte ancora portatori di importanti valori umani preservati da forti relazioni di vicinato; abbiamo testimonianze archeologiche ed artistiche, persino in accesso rispetto alle nostre capacità di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale. Ed allora qual è la conclusione logica e naturale alla quale dovremmo giungere, nel programmare le scelte future indispensabili per favorire il processo di sviluppo del nostro territorio? Mi sembra che la risposta sia cogliere sino in fondo tutte le potenzialità e lavorare per valorizzarle al massimo. Ma perché il turismo, l’enogastronomia, il commercio di vicinato, l’artigianato possano essere un motore di crescita, occorre che pubblico e privato, condividano un grande progetto di rafforzamento di una forte identità turistica e di costruzione della destinazione ‘Taranto’».
Il marketing è fondamentale, ma non da meno lo è la dotazione infrastrutturale, la efficienza e la qualità dei trasporti, la fruibilità del patrimonio ambientale e culturale, il livello dei servizi pubblici.Obiettivi che richiedono politiche di gestione del territorio nelle quali si affermi un forte protagonismo degli Enti locali, i Comuni in prima istanza, sia nella realizzazione degli interventi strutturali che nel miglioramento degli standard di servizio, nell’offerta della qualità delle aree urbane e non. Si impone il passaggio da una cultura degli strumenti ad un cultura dei progetti nella quale diviene fondamentale la vision, il coordinamento degli interventi, il confronto fra sistemi.
E’di questi giorni la notizia della bocciatura del Comitato regionale Via del progetto Tangenziale Sud ‘Taranto/Avetrana’. Parere sfavorevole che è stato accolto con note di giubilo dalle organizzazioni ambientaliste, che in alternativa ad un turismo basato sulla mobilità veloce, propongono il turismo lento (in bici e a cavallo).
«Mi sembra -stigmatizza Giangrande -  ci si stia allontanando dalla realtà e si invochino soluzioni, ispirate da una visione integralista di tutela del territorio, che non lascia spazio ad ipotesi di costruzione di una vera economia alternativa basata sul turismo, il commercio di vicinato, l’artigianato. E’ chiaro che dinnanzi all’idea che le strade non servano a qualificare il turismo, ma siano piuttosto una iattura per il paesaggio, viene da pensare che l’assioma valga per qualsiasi intervento di infrastrutturazione del territorio. Ed infatti è proprio così: per le aree demaniali di Baraccamenti Cattolica nel Borgo di Taranto, alcune associazioni ambientaliste e giovanili sarebbero contrarie alla realizzazione di nuovi parcheggi, ignorando che qualsiasi nuova struttura si andrà a realizzare dovrà necessariamente essere supportata da un adeguato numero di posti auto. Darsi degli obiettivi di tutela dell’ambiente è necessario purché si lavori in modo flessibile, perseguendo un passo realistico, solo così sarà possibile cogliere le occasioni di crescita che questa fase della storia del nostra comunità oggi ci offre».

Individuare un’idea strategica di sviluppo nella quale Enti locali, corpi sociali, cittadini si riconoscano: «Ritengo che –conclude il presidente Giangrande-  il turismo, il commercio, le attività artigianali, potranno essere un fattore aggregante e di crescita per il nostro territorio provinciale  se i comuni sapranno dialogare, coordinare le iniziative e mettere a sistema comune le loro risorse, e se gli interventi saranno supportati da adeguati processi di comunicazione e coordinamento con i corpi sociali».











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