L’assessore Gentile sarebbe intenzionata a dirottare i risparmi sull’assunzione di medici e infermieri che possano andare a rinforzare i reparti essenziali oggi ancora in affanno
Quanto alla chiusura degli ospedali potrebbe non essere finita. La struttura dell’assessorato alla Salute della Regione Puglia starebbe studiando un nuovo piano tagli. Non una cura draconiana come quella imposta dal piano di rientro e che ha portato alla chiusura di 21 ospedali in tutta la Puglia dal 2010 ad oggi. Decisamente più contenuta. Meno di una decina di piccole strutture da mandare in pensione.
L’ipotesi è al vaglio dei tecnici dell’assessorato alla Sanità. E’ ancora in fase embrionale. Ma c’è.
Poche le informazioni che trapelano. Ma due strutture sono sfuggite al riserbo imposto sulla vicenda. Grottaglie e Scorrano. La prima nella provincia di Taranto, la seconda in quella di Lecce.
Queste sarebbero i due ospedali sui quali si sta ragionando, e che sono candidati alla chiusura.
Il motivo di questa seconda sforbiciata sta nel fatto che ogni piccolo ospedale costa 100 milioni di euro al sistema sanitario regionale. Una cifra troppo alta che, invece, l’assessore Gentile sarebbe intenzionata a dirottare sull’assunzione di medici e infermieri che possano andare a rinforzare i reparti essenziali oggi ancora in affanno.
Il 23 luglio la Puglia uscirà ufficialmente dal piano di rientro e questo avrà come primo, e immediato effetto, la seconda tornata di assunzioni. Oltre un migliaio. Una iniezione di medici e infermieri che avrà il compito di rinforzare l’emergenza-urgenza e snellire le liste di attesa. E non solo, anche specialità ad oggi estremamente necessarie come radiologi, cardiologi, oncologi.
Ma non basteranno e dunque sarà necessario immettere nuova linfa nelle casse della Sanità e l’unico modo per farlo è risparmiare sacrificando altri piccoli ospedali.
L’ipotesi, come detto, è in campo. L’assessore Gentile confida di voler ragionare con calma, senza che si scateni il tumulto della prima fase. Qualche errore all’epoca fu fatto, soprattutto nella delicata fase di contrattazione con i territori, oggi questo si vuole evitare e si vuole giungere ad una pacifica soluzione che possa mettere d’accordo tutti.
E non è tutto qui. Anche il taglio ai punti nascita è sulla scrivania dell’assessorato. Sembrerebbe ormai sempre più consolidarsi l’idea di chiudere quelli di Gallipoli e Casarano. Dunque non l’uno o l’altro. Ma entrambi.
Quanto ai nuovi ospedali, poi, dalla relazione in commissione consiliare è emerso che le procedure vanno avanti. I tempi sono certamente lunghi. Sette anni saranno necessari per vedere sorgere l’Ospedale San Cataldo di Taranto; 207 milioni di euro, zona individuata tra Talsano e Taranto, a ottobre sarà pronta la progettazione preliminare della Asl. Il problema saranno le risorse strette nel patto di stabilità.
Meno rosee prospettive per l’ospedale di Fasano, le procedure sono in alto mare.
Stessa situazione per gli altri ospedali. La firma dell’accordo di programma rafforzato – tappa necessaria per avviare l’iter – che riguarderà il nuovo ospedale di Fasano e il centro grandi ustionati di Brindisi, è prevista per settembre.