La Confcommercio lancia l’sos terziario: subito interventi di soccorso
Lo scorso anno nel solo comune di Taranto si sono registrate 543 chiusure di attività commerciali, un trend che purtroppo si conferma nel 2013 con 321 chiusure registrate già nel primo semestre (di segno meno il saldo: -81). D’altronde il dato dei consumi conferma che la provincia jonica –nel 2012 ultima in Puglia - anche nel 2013 registrerà un -2,6 %.
Dati che numericamente attestano la percezione visiva che se ne ricava soprattutto percorrendo alcune vie del capoluogo (Mazzini, Principe Amedeo, Anfiteatro, Cesare Battisti) dove la sequenza delle saracinesche chiuse in alcuni tratti è impressionante. Abbiamo notizia che questa settimana due importanti negozi monomarca di via d’Aquino chiudono i loro punti vendita in Taranto, e che altri purtroppo si appresterebbero ad andar via da Taranto.
Segnali inequivocabili di una situazione che rischia di peggiorare nei prossimi mesi, per quell’effetto domino che nel Regno Uniti preoccupa Springboard, importante società partner di Iscom Group (quest’ultimo consulente della Regione Puglia per i Distretti Urbani del Commercio), dove con l’aumentare di negozi vuoti, diminuisce ancora di più l’attrattività dei centri urbani, l’investimento privato e di conseguenza i flussi pedonali. Springboard cura da oltre 10 anni l’Indice Nazionale di Performance dei centri storici britannici.
Che fare dunque? Contenimento dei costi dei fitti e politiche fiscali incentivanti. L’approvazione da parte del Consiglio comunale di Taranto del Piano del Commercio deve costituire l’occasione per avviare un confronto su alcuni importanti temi che sono introdotti nel documento di pianificazione. Confcommercio a tal proposito in una lettera all’indirizzo del sindaco e dell’Assessore allo Sviluppo Economico e Produttivo, rimarca che la decisione di individuare strumenti tributari di sostegno ed incentivo alle nuove aperture nel Borgo e in Città Vecchia potrebbe essere utile a frenare la desertificazione delle più importanti aree a vocazione commerciale della città.
La rapidità con cui il degrado sta erodendo pezzi del tessuto urbano, ad alta presenza di attività terziarie sino a pochi mesi fa, richiede una pronta attuazione di quanto deciso dalla massima assise cittadina e l’avvio urgente di un confronto con i massimi esponenti politici e tecnici degli assessorati competenti. Ogni ulteriore indugio, seppure di solo qualche mese, potrebbe essere disastroso.