La precisazione dell'azienda: l’episodio provocato da un guasto
Da Taranto a Lecce con Trenitalia? Impossibile, per un disabile. Lo ha sperimentato sulla propria pelle Domenico Cardone, 20enne di Grottaglie, nel tarantino, su una sedia a rotelle da quando ne aveva due per una atrofia spinale. Aveva un regolare biglietto prenotato e pagato in una agenzia di viaggi il 7 luglio scorso, rilasciato dal Servizio clienti diversamente abili di Trenitalia, ufficio di Bari.
Due giorni dopo, arrivato in stazione a Taranto, ha scoperto che il treno che avrebbe dovuto ospitarlo non era accessibile alla sua carrozzina.
"Sono dovuto tornare a casa - racconta - senza più partire. E senza nemmeno un minimo di scuse per il disservizio o meglio per il diritto negato alla mobilità". "Alle spalle ho una lunga esperienza di pedane che si bloccano, di viaggi sui regionali assolutamente non attrezzati che mi costringono a sostare nello spazio d'accesso dei passeggeri fra un vagone e l'altro, ma questa le ha superate tutte: il portone era troppo piccolo e la sedia non ci entrava".
Scuse che sono arrivate oggi, dopo la denuncia pubblica del caso. Con la precisazione che l'episodio è stato provocato da un guasto e che Trenitalia ha cercato comunque di offrire soluzioni alternative: risalire fino a Bari da Taranto per poi ripartire verso sud in direzione Lecce, o raggiungere il Salento in taxi. Soluzione che Domenico non ha accettato.
Più rabbia che umiliazione, o forse tutt'e due. Le difficoltà con cui fa i conti tutti i giorni lo hanno temprato; più che demoralizzarsi Domenico combatte, anche attraverso la pagina Facebook che ha creato per denunciare i quotidiani soprusi. Il nome: "La stupidità non è considerata una disabilità, parcheggia altrove". Guerra aperta, insomma, a chi occupa con la propria auto gli scivoli per disabili e gli stalli riservati, con tanto di inoppugnabile documentazione fotografica che non risparmia neanche le vetture delle forze dell'ordine.