Un abitante su 18 dei quartieri vicini all’area industriale ha il tumore
E’ bastato cliccare sul numero di utenti identificati con un codice considerato “maledetto” in campo sanitario, lo “048” (che dà diritto all’esenzione dal ticket), ed è scaturita la cifra preoccupante: sono poco meno di novemila, per l’esattezza 8.916, i residenti nella città di Taranto malati di cancro.
Il dato è stato diffuso dall’associazione ambientalista Peacelink dopo che un’associazione senza fini di lucro, “Puglia internazionale”, che si occupa da un decennio di promozione sociale, avendo rilevato nel suo lavoro numerose situazioni famigliari che coinvolgevano persone malate di cancro, ha chiesto e ottenuto dalla Asl ionica la cifra dei tarantini che risultano aver contratto un tumore.
I dati diventano molto più preoccupanti se si analizzano quelli del distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’Ilva e all’area industriale, ovvero Tamburi, Paolo VI, Città vecchia e parte del Borgo. Qui, su 78mila abitanti, in 4.328 hanno contratto il cancro, cioè un abitante su 18. In pratica, sostiene Peacelink, è come se tra 20 persone riunite in una stanza ai Tamburi almeno una avesse un tumore.
Quanto influiscano su queste cifre le emissioni dall’area industriale, sottolinea l’associazione ambientalista, è testimoniato dal fatto che nel restanti quartieri della città, quelli più lontani dalle industrie, c'è un malato di cancro ogni 26 abitanti. Ad esempio, nel distretto sanitario 4 i malati di tumore sono 4.588 rispetto ad una popolazione di 120mila unità. Senza contare tutti coloro che potrebbero avere un tumore in formazione non ancora diagnosticato.
Con questi dati in mano, diffusi anche sul suo profilo Facebook, il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, attacca innanzitutto il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. "E' un medico – scrive – avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perchè non lo ha fatto?".
Poi rivolge un appello all’Ordine dei medici affinchè approfondisca quei dati per ottenere dati istantanei sulle malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri e avere un quadro aggiornato della situazione quartiere per quartiere.
La denuncia di Peacelink arriva alla vigilia del primo incontro ufficiale che il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, avrà domani a Roma con i sindacati nazionali e locai di categoria. Il Siderurgico tarantino è il primo e più pesantemente indiziato per l’inquinamento cittadino, come rilevato nelle perizie depositate nell’ambito dell’inchiesta-madre per disastro ambientale che la Procura di Taranto si avvia a concludere. Dati che nei mesi scorsi lo stesso Bondi aveva indirettamente “contestato” con una sorta di controperizia, il cui incarico era stato affidato dall’ex presidente dell’Ilva Bruno Ferrante. Chissà se domani anche quelle cifre peseranno nel dialogo tra azienda e parti sociali.