Ecco i nomi degli arrestati dal Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto
Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, nella mattinata odierna hanno eseguito, nelle province di Genova, Brescia, Varese, Verona e Taranto, cinque ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro “in carcere” ed una “ai domiciliari”, nei confronti di altrettanti soggetti collegati allo stabilimento siderurgico ILVA di Taranto.
Le predette misure sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura tarantina.
Il provvedimento è scaturito da approfondimenti investigativi all’esito dei quali è stato ipotizzato che da anni, e precisamente dal 1995 (ossia fin dal momento dell’insediamento del Gruppo RIVA a Taranto) determinati soggetti di diretta derivazione della proprietà (cc.dd. “fiduciari”) tenevano sotto stretto controllo lo stabilimento tarantino, avendo il compito effettivo di verificare l’operato dei dipendenti, assicurandosi che fossero rispettate le logiche aziendali.
Il fiduciario ha rappresentato una figura di “governo”, che dettava disposizioni su tutte le decisioni da adottare all’interno dello stabilimento pur non avendo, nella maggior parte dei casi, responsabilità “ufficiali”; dallo stesso dipendevano anche le decisioni dei vari capi-area.
Gli accertamenti svolti hanno dimostrato che presso lo stabilimento siderurgico tarantino, la proprietà aveva ideato, creato e strutturato, una “governance” di tipo parallelo, un vero e proprio “governo-ombra” che si avvaleva di:
- personale dipendente da altri stabilimenti ILVA o società appartenenti allo stesso Gruppo;
- personale dipendente direttamente dalla RIVA FIRE S.p.A.;
- consulenti esterni (solitamente attraverso società in accomandita semplice), sia inquadrati che non nell’organigramma aziendale del Gruppo RIVA.
Il provvedimento in argomento prevede, per i soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, l’accompagnamento presso la Casa Circondariale di Taranto.
Chi sono. Le cinque persone arrestate sono Lanfranco Legnani, 74 anni, Alfredo Ceriani, 69 anni, Giovanni Rebaioli, 65 anni, Agostino Pastorino, 60 anni e Enrico Bessone, di 45 anni. Il primo ha beneficiato degli arresti domiciliari per motivi di età; gli altri quattro sono stati trasferiti nel carcere di Taranto. I finanzieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco su richiesta del procuratore Franco Sebastio, del procuratore aggiunto Pietro Argentino e dei sostituti procuratori Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani. Legnani è stato arrestato a Bussolengo (Verona), Ceriani a Origgio (Varese), Rebaioli a Berzo Inferiore (Brescia), Pastorino a Masone (Genova) e Bessone, che è originario di Mondovì (Cuneo), a Martina Franca (Taranto).