lunedì 25 novembre 2024


12/11/2013 07:31:38 - Provincia di Taranto - Attualità

Il consigliere del Pd: «Nei prossimi giorni chiederò di conoscere approfonditamente le azioni e gli atti che il Comune attiverà a difesa dei cittadini e per chiarire le responsabilità politiche e personali che hanno portato a questa vicenda»

 
«Il debito fuori bilancio di oltre 2 milioni e mezzo, che si sta abbattendo sulla nostra comunità, desta grande preoccupazione».
Il consigliere comunale Cosimo Macripò rimarca come risulti che i creditori abbiano posto in essere l’atto di precetto e che quindi sarebbe partita la procedura esecutiva della sentenza del 2012 che condanna il Comune al pagamento di ingentissime risorse.
«Ad oggi, purtroppo, alcun chiarimento è avvenuto circa le richieste di responsabilità sulla vicenda, che pure ci sono e che aiuterebbero a individuare eventualmente i responsabili, visto che i cittadini di San Marzano saranno costretti a pagare oltre 300 euro a testa per questa condanna» sostiene il consigliere Macripò, che poi si sofferma sulle cause che hanno generato questo debito fuori bilancio. «Ricapitolando, nel 2000 gli eredi di oltre 27.000 mq di terreno, vedendosi espropriate le proprie proprietà, hanno deciso di promuovere una causa contro il Comune. In questa causa il Comune non si è mai costituito, ne si è preoccupato dei risvolti del medesimo giudizio ed anzi, alle richieste del tecnico incaricato dal Tribunale per quantificare il danno occorso, ha risposto con la documentazione del caso, senza però poi, preoccuparsi di assicurarsi di seguire la vicenda in Tribunale. La sentenza, quindi, ha visto il Comune contumace, nonostante si fosse a conoscenza del contenzioso ed oggi, dopo che sono spirati i termini per fare appello, ci troviamo nella situazione drammatica di dover pagare questa ingente somma.
Su sollecitazione del nuovo gruppo dirigente del Partito Democratico, nei prossimi giorni chiederò di conoscere approfonditamente le azioni e gli atti che il Comune attiverà a difesa dei cittadini e per chiarire le responsabilità politiche e personali che hanno portato a questa vicenda.
I cittadini chiedono trasparenza e giustizia, e nessuno può permettersi di mettere la testa sotto la sabbia».










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