lunedì 23 settembre 2024


13/11/2013 11:26:05 - Provincia di Taranto - Attualità

Le organizzazioni sindacali del settore si soffermano sulla situazione di difficoltà che sta vivendo il settore del recapito della posta

«A seguito della assemblea dell’11 novembre scorso le scriventi organizzazioni sindacali ritengono doveroso informarvi direttamente sulla situazione di difficoltà che sta vivendo il settore del recapito e del disagio che le cittadinanze di Taranto e dei paesi di tutta la provincia stanno subendo per la drastica riduzione delle zone di recapito che Poste Italiane ha effettuato su questo territorio di sua competenza.
Il tutto scaturisce da un progetto di riorganizzazione dei servizi postali e della logistica, avallato da un accordo sindacale nazionale siglato in data 28 febbraio 2013 ( tranne che dalla UIL) ma che comunque avrebbe dovuto ritrovare riscontro e accordi sui territori ai quali abbiamo deciso come segreterie provinciali di sottrarci.
 La nostra contrarietà ruota intorno alla consapevolezza che, nonostante nel nostro Paese e non solo, da tempo si registri un costante trend negativo dei volumi postali derivanti dal calo degli invii pro-capite, si sarebbero dovute e potute esplorare altre strade, individuare ben altre soluzioni, sicuramente più coraggiose e lungimiranti, per fronteggiare la crisi, invece di avvitarsi entro una spirale perversa di tagli e efficientamenti senza fine, il tutto a discapito del livello occupazionale e poi anche della qualità del servizio.
A più riprese, negli anni scorsi, abbiamo affrontato responsabilmente la crisi del settore ricorrendo ad articolati progetti di riorganizzazione – ultimo nel luglio 2010 – che hanno fatto emergere, a causa di cospicui tagli, notevoli eccedenze di personale riconvertito professionalmente in altre divisioni aziendali.
Non si erano ancora del tutto dispiegati gli effetti di tale ultima riorganizzazione, che l’azienda ha avanzato un nuovo e più pesante piano di efficientamento, implementato quasi completamente in questi ultimi mesi trascorsi. Un altro intervento, ancora più drastico dei precedenti, giustificato, a giudizio aziendale, dalla galoppante crisi del prodotto postale cartaceo e dagli effetti caotici generati dalla completa liberalizzazione del mercato ma purtroppo senza considerare che già solo l’appalto milionario delle cartelle esattoriali di Equitalia, che Poste Italiane si è aggiudicata e con il suo conseguente incremento del carico di lavoro, hanno determinato grosse difficoltà gestionali, forte peggioramento della tempistica di recapito ed inevitabile scadimento del livello qualitativo del servizio. Per cui bollette scadute con conseguenti utenze tagliate, rate assicurative o dei mutui in ritardo con relativi pagamenti di costi aggiuntivi di morosità, utenza arrabbiata e, mai come adesso, maldisposta verso quel postino che una volta era atteso e quasi festeggiato al suo arrivo quotidiano.  
Dopo alterne vicende, il 28 febbraio 2013 si giunge alla firma del nuovo accordo che prevede tagli e accorpamenti: ben 38 zone con relativi portalettere in meno per la provincia di Taranto e come ultimo provvedimento, a dispetto del parere contrario dei RLS che hanno ravvisato seri motivi di pericolo per l’incolumità fisica degli operatori, si pretende di attuare, costi quel che costi, già dal 18 p.v. un accorpamento tra i punti di recapito di Monteiasi con quello di Montemesola, non curanti dei 10 km di strada parecchio trafficata, molto tortuosa e al quanto disconnessa che tutti i giorni, sprezzanti dei pericoli insiti in una strada si fatta, i portalettere dovrebbero percorrerla con il loro motomezzo per l’andata e per il ritorno da un centro all’altro.
Lo sforzo di tutelare e riconvertire in altre attività le risorse perdenti posto è gestito dalla dirigenza locale del settore senza alcuna logica di meriti e competenze, come giusto che fosse, ma le logiche prevalenti sono di bieco clientelismo dettato e condizionato dalle appartenenze sindacali e ci meraviglia non poco che gli organismi regionali che dovrebbero vigilare sulla regolarità dei processi sul territorio, non intervengano per regolarizzare e rendere i percorsi accessibili a tutti in un’ottica utile a realizzare pregnanti risultati. 
Fin qui la storia degli avvenimenti accaduti, utili per inquadrare, nella giusta cornice, le motivazioni del nostro dissenso ed è proprio l’esperienza maturata dalle intese precedenti che ci ha sconsigliato di ricercare e ripercorrere vecchie ed inadeguate soluzioni. Non ha alcun senso, infatti, perseguire la logica stringente dell’efficientamento fine a se stesso, determinato da continui e sterili tagli occupazionali, se non la si accompagna con importanti e coraggiosi progetti di rilancio, innovazione e sviluppo del servizio postale.
Solo l’investimento in nuovi settori, quali l’e-commerce, il corriere espresso e quant’altro disponibile in nuove tecnologie e nuovi servizi integrati, può risollevare la crisi del prodotto postale. I soli tagli, infatti, non hanno arginato la crisi e rilanciato le sorti del recapito in Poste italiane. Hanno invece impoverito e multato ulteriormente la capillarità della sua rete determinando unicamente, come riportato costantemente dai giornali locali, lo scadimento della qualità del servizio reso ai cittadini.
 
 
 
IL SEGRETARIO PROV.LE UILPOSTE
Gregorio GABALLO
IL SEGRETARIO PROV.LE CONFSAL
Salvatore DE PASQUALE
IL SEGRETARIO PROV.LE UGL COM.NI
Francesco D’ERI










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