Ecco la lettera che i sindacati hanno inviato ad Auchan
«Le scriventi organizzazioni sindacali a seguito della vostra nota del 23 luglio ’13, avente ad oggetto recesso da tutti gli accordi sindacali sottoscritti tra le scriventi e l’azienda e a seguito della vostra indisponibilità a voler continuare un confronto leale, costruttivo e senza pregiudiziali, come da vostra nota del 21 novembre comunicano:
La proclamazione di un sit-in di protesta di tutti i lavoratori e le lavoratrici per il giorno sabato 7 dicembre 2013 con inizio dalle ore 9 alle ore 12, nei pressi dell’ingresso clienti del Centro Commerciale Auchan Taranto.
Siamo a rinnovarvi cosi come già chiesto con l’apertura dello stato di agitazione del 4 ottobre 2013 il rispetto per gli oltre duecento lavoratori che tutti i giorni dal 1997 operano con senso di dedizione per la vostra azienda.
Avevate richiesto modifiche contrattuali dei dipendenti così da permettervi, a vostro dire, un recupero di costi improduttivi e/o garantire il mantenimento dei livelli occupazionali visto l’esubero, in questo momento di recessione e cali dei consumi.
Vi avevamo risposto che per noi si trattava esclusivamente di una pura operazione di cassa, naturalmente “sempre a scapito dei più deboli, i lavoratori”, che si traduceva in una eliminazione dei diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici con accordi sindacali ottenuti in cambio di sacrifici e senso di dedizione nei confronti della propria azienda.
Con grande senso di responsabilità però eravamo pronti a sospendere temporaneamente per due anni i diritti acquisiti oppure anche a trovare soluzioni alternative con un diverso modello di organizzazione del lavoro.
Nell’ultimo confronto differentemente a quanto ci avete sempre dichiarato “la necessità di recuperare costi” comunicavate che eravate pronti a ritirare la disdetta degli accordi sindacali e quindi a lasciare i diritti acquisiti ai lavoratori in cambio dell’adesione obbligatoria di tutti i dipendenti al lavoro domenicale in orario ordinario.
Riteniamo assurda e pretestuosa la vostra disdetta di luglio 2013 per le motivazioni date, alla luce di quanto poi affermato, prendiamo atto positivamente che l’ipermercato non e’ in crisi economica vista la vostra ultima proposta e quindi senza esuberi, ma non accettiamo ne i vostri ricatti ne la vostra presunzione.
I lavoratori e le lavoratrici, le loro famiglie, hanno il diritto di scegliere liberamente se lavorare la domenica. Vorremmo ricordarvi che la legge Monti sulla liberalizzazione degli orari commerciali prevedeva aperture domenicali in cambio di assunzioni e aumenti orari, invece da voi strumentalizzata per un recupero di produttività in cambio della NON libertà dei lavoratori e delle lavoratrici.
Siamo a diffidarvi sul proseguire nell’intimare ai lavoratori comunicazioni scritte che riteniamo chiaramente anti sindacali e come possibili violazioni alla sfera personale, esistenziale, professionale e morale dei dipendentiۚ».
Il Seg. Gen. Filcams-Cgil: Giovanni D'Arcangelo
Il Seg. Gen. Fisascat-Cisl: Antonio Arcadio
Il Seg. Gen. Uiltucs-Uil: Sergio Notorio