Viaggio alla scoperta di gustose ricette storiche
Chissà, forse anche al tempo dei Messapi tutto finiva «a tarallucci e vino». Un pensiero ironico e scherzoso rimodulato dal professore Francesco D’Andria per introdurre un progetto colto e gustoso allo stesso tempo, ossia, «La Tavola dei Messapi. Itinerari di archeologia, cultura e sapori nel Salento». Si tratta di un bel volume realizzato dall’Ordine dei dottori commerciali ed esperti contabili (Odcec) e dalla Fondazione Messapia, in partenariato con Camera di commercio, Università del Salento, Istituti alberghieri e associazione «Cuochi di Terra d’Otranto».
È una guida turistico-culturale bilingue (italiano-inglese) che presenta, tra le altre cose, un «innovativo» menu messapico. Attenzione, però, non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di uno studio condotto su solide basi archeologiche. Il libro, grazie alla sezione curata dall’équipe accademica coordinata dai professori D’Andria (autore della prefazione) e Corrado Notario, conduce il lettore tra i siti archeologici messapici, seguendo le scoperte legata all’archeozoologia e all’alimentazione dell’antica popolazione salentina. Da qui, il passo alle ricette salentino- messapiche è breve.
Come si può ben vedere nella seconda parte della guida dedicata alla creatività dei giovani allievi degli Istituti professionali i quali, guidati dall’esperienza della Federazione italiana cuochi, hanno realizzato una serie di piatti con i prodotti di cui potevano disporre gli antichi Messapi. Pietanze declinate in mille aromi con l’uso sapiente delle erbe che crescono sulle rocce e nei campi salentini. Qualche esempio? Bruschetta con scarola leccese e formaggio caprino, carciofi ripieni al pecorino, fagottino scamorza e menta. E ancora, torta alla ricotta, zuppa di cicerchia, orecchiette di segale al ragù di lepre, carne alla pignata. Da gourmet il farrotto in guazzetto di cinghiale con carciofi, i carrè d’agnello all’aneto e sesamo con purea di cicerchia.
Quanta «familiarità» poi con la «pasta cu li mugnuli», i «ciciri e tria» e le «paparine ‘nfucate». L’idea progettuale, caparbiamente portata avanti dal consigliere Odcec Fortunato De Matteis, ruota attorno alla necessità degli attori locali di fare rete per creare ricadute anche in termini di imprenditorialità giovanile. «L’obiettivo fondamentale perseguito nell’intero progetto - commenta De Matteis - è stato proprio quello di sviluppare la “cultura d’impresa». Il presidente dell’Odcec Rosario Giorgio Costa aggiunge che «oggi si guarda ai beni culturali e alla loro fruizione come ad uno strumento importantissimo per creare occupazione, produrre reddito, esercitare attività d’im - presa e, più segnatamente, dare al nostro territorio salentino una prospettiva di sviluppo e di benessere » . Non meno importante, il protocollo di intesa con gli Istituti scolastici che prevede di attivare, sulla scia de «La Tavola dei Messapi», corsi curriculari sulla gastronomia messapica e sulla dieta mediterranea.
Il volume è stato curato da Marco Mazzeo per la Proart (Progetti d’arte per il territorio), che si occupa di comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale e che ha già realizzato una guida di Casarano e una di Gallipoli, quest’ultima distribuita con la prestigiosa rivista «Viaggi» del Sole 24Ore. Grafica, traduzione e impaginazione sono rispettivamente di Marco De Paola, Marinella Pastore e Fabio Marigliano. La guida sarà presentata venerdì 21 febbraio, alle 11, nella Camera di commercio.