«Le donne a Taranto non devono essere più sole»
«Abbiamo letto con attenzione le tue dichiarazioni apparse oggi sulla stampa locale a proposito delle gravi condizioni e del futuro incerto che attende Elèna, la donna bielorussa, massacrata e bruciata dal suo ex:
“...quando si riprenderà dovrà affrontare una serie di interventi per una parziale ricostruzione. Ed allora il punto è questo: chi prenderà in carico questa donna? Non solo sul piano dell’assistenza sanitaria... ma anche sul piano lavorativo, assicurativo e tutto...
Certo, ci sono le leggi, ci sono i tavoli in cui si discute di questi problemi, ma c’è un fondo finalizzato ad assistere le vittime?... Le donne, se hanno una casa, ma decidono di denunciare il loro carnefice, dove vanno? Dove lavorano?...”.
Siamo d’accordo. Il problema è appunto questo. Non basta fare Tavoli, non basta che i rappresentanti Istituzionali locali e nazionali facciano il “pianto del coccodrillo” una o al massimo due volte all’anno - e ora, per l’8 marzo, sentiremo e leggeremo tante ipocrite dichiarazioni sul fatto che “loro sono dalla parte delle donne...” – “ma occorre imporre dei cambiamenti reali.”
Le condizioni di vita, di difficoltà per e nel lavoro, di oppressione delle donne nella famiglia, nei rapporti personali, e a maggior ragione delle donne immigrate - che alle “ordinarie” oppressioni e difficili condizioni di vita che la maggioranza delle donne vive si vedono aggiungere altre sia in termini di più sfruttamento, bassi salari,
discriminazioni sul lavoro, sia in termini di razzismo e di maggior abusi sessuali - queste condizioni sono l’habitat in cui spesso maturano le violenze sessuali, i femminicidi; e poi, se una donna per fortuna si salva, sono i gravi problemi che una donna si trova ad affrontare da sola.
La nostra solidarietà ad Elène è soprattutto il nostro impegno, come donne, lavoratrici, disoccupate a portare ancora più avanti la battaglia che stiamo facendo, per dire basta a tutto questo! Per dire che le donne a Taranto non devono essere più sole. Per dire che pretendiamo non chiacchiere offensive una volta all’anno ma fatti precisi, a partire da:
“lavoro a tempo indeterminato per tutte le donne, salario sociale anche attraverso corsi di formazione mirati alle donne e finalizzati al lavoro, case per le donne violentate, molestate, servizi sanitari gratuiti per le donne.”
Proprio perchè siamo d’accordo con le tue parole, che nell’incontro fatto con te nei giorni scorsi abbiamo proposto di pretendere dalle istituzioni dei passi concreti. E rispetto a questo l’utilità di un convegno intorno all’8 marzo (anche dopo, ma comunque secondo noi è bene nel mese di marzo) in cui chiamare tutti i rappresentanti istituzionali non per fare passerella ma per dire cosa loro concretamente devono fare
per rispondere a precise richieste, e vincolarli, con passaggi successivi concreti, alla attuazione di provvedimenti su lavoro, reddito, case, servizi sanitari alle donne.
Ma fin da ora ti vogliamo comunicare che l’8 marzo, faremo al mattino un presidio itinerante in città che si conclude verso le 11 a Palazzo di città dove chiederemo un incontro con il sindaco e le consigliere comunali soprattutto sul tema donne-lavoro.
Vorremmo e ti chiediamo di essere presente a questo (possibile) incontro».
Le disoccupate, lavoratrici dello
Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
Concetta Musio