A Franzoso, già sindaco del piccolo centro del versante orientale della provincia tarantina, è stata fatale una condanna in primo grado, emessa nella scorsa primavera
La legge Severino miete la seconda vittima in provincia di Taranto. Dopo la sospensione del vice sindaco di Roccaforzata, che aveva riportato una condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Taranto, ieri è stata la volta dell’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Torricella, Michele Franzoso. A Franzoso, già sindaco del piccolo centro del versante orientale della provincia tarantina, è stata fatale una condanna in primo grado, emessa nella scorsa primavera.
La cosiddetta legge Severino, entrata in vigore il 5 gennaio scorso, prevede la sospensione o la decadenza degli amministratori locali in presenza di una condanna anche non definitiva per i delitti contro la pubblica amministrazione. Pur non essendo giunto ancora all’ultimo grado del giudizio, pertanto, Michele Franzoso deve abbandonare sia la carica elettiva (al suo posto, in Consiglio, subentrerà il primo dei non eletti), sia quella esecutiva (sarà il sindaco Emidio Depascale a decidere se congelare la sua delega assessorile oppure se nominare un nuovo assessore). Franzoso potrebbe essere reintegrato (almeno nella carica di consigliere comunale) qualora la sua condanna non dovesse essere confermata al secondo grado del giudizio.
«Non ho nulla contro la persona, ma era mio dovere far notare questa anomalia» afferma l’ex sindaco Giuseppe Turco, che ha sollevato per primo il problema, coinvolgendo i mass media e, poi, informando a più riprese anche il Prefetto. «Non potevo comportarmi in maniera differente, anche perché poi qualcuno avrebbe potuto pensare che il silenzio potesse essere frutto di una mia complicità. Non solo. Se la sospensione non fosse stata applicata con una certa solerzia, si sarebbe infranta una legge dello Stato e la presenza dell’assessore Franzoso nelle riunioni di giunta avrebbe potuto portare all’invalidamento di tutti gli atti deliberati nell’esecutivo. Le ripercussioni all’attività amministrativa, insomma, sarebbero state davvero ingenti».
L’intervento, a più riprese, del consigliere di minoranza Turco ha, di fatto, accelerato l’iter che ha poi portato alla sospensione dalla carica di Michele Franzoso, notificato, ieri, a tutti i consiglieri comunali.
«E’ stata una questione di coscienza e non personale» chiarisce ancora il concetto Giuseppe Turco. «Io non potevo starmene colpevolmente in silenzio sapendo che un amministratore del consesso di cui faccio parte occupava uno scranno violando la legge».