Non si tagliano gli stipendi ai deputati e quindi si tagliano i servizi essenziali
I «tagli» alla spesa pubblica lanciati da Monti e confermati da Renzi, non risparmiano la Polizia di Stato che - come non bastassero il blocco delle assunzioni e quello delle carriere - si trova ora costretta a sopprimere molti presidi sul territorio. Anche in Puglia e Basilicata.Il problema è che - come dimostrano i documenti ufficiali che la Gazzetta ha avuto modo di consultare - il Ministero dell’Interno ha previsto tagli drammatici al comparto della Polizia Postale. Se il cronoprogramma resterà confermato, nei prossimi giorni saranno soppresse 73 sezioni di Polizia Postale, sulle 80 presenti in tutta Italia. In Puglia e Basilicata chiuderanno quindi le sedi di Taranto, Brindisi, Foggia e Matera.
Come denuncia il sindacato Siulp, si tratta di una «scelta non oculata» per almeno due ottimi motivi. Il primo è che, come spiega il segretario regionale Siulp Puglia, Michele Orlando, «chiudere i nostri presidi non comporta quasi alcun risparmio». Infatti, «in virtù di una convenzione con le Poste italiane, anche le nostre sedi pugliesi sono ubicate in immobili delle Poste. Il Ministero, quindi, non paga affitto, luce e quant’altro. Le Poste si fanno carico anche delle spese di cancelleria, delle auto e concorrono a pagare alcune indennità accessorie, come straordinari e missioni, per alcuni servizi istituzionali». Certo, il Ministero si fa carico degli stipendi dei poliziotti. Ma questo dato non cambierebbe anche se prendesse forma questa discutibile «riorganizzazione» perché «gli stipendi degli agenti, quelli erano e quelli rimarrebbero».