lunedì 25 novembre 2024


11/03/2014 21:17:17 - Provincia di Taranto - Attualità

Giovedì la rappresentazione del lavoro “Il dolore della Madre”

Giovedì 13 marzo 2014, alle ore 10 alla Casa Circondariale di Taranto, va in scena l’esito finale del laboratorio attoriale condotto da Sandra Novellino e Delia De Marco, attrici del Crest, e promosso dall’associazione onlus “Il Ponte”, che da decenni opera sul territorio, perseguendo la promozione di attività di sostegno e di solidarietà nell’ambito del volontariato e della coesione sociale e l’aiuto ai minori a rischio e ai detenuti nelle carceri.
Avviato lo scorso novembre nella sezione femminile del carcere di via Carmelo Magli, il laboratorio ha coinvolto dieci detenute per quindici incontri (il lunedì, dalle ore 9 alle 11). Partendo da esercizi individuali di psicomotricità e di rafforzamento della fiducia, si è giunti alla creazione del gruppo. Nello specifico, si è lavorato sullo “Stabat Mater”, sequenza liturgica in lingua latina in onore della Madonna, trasmessa in molte stesure e inclusa in vari messali (dalla metà del XIV sec.), fino a essere inserita nel Messale romano da Benedetto XIII (1727). Quasi certamente ne è autore Jacopone da Todi. La scelta di operare su questo testo e intorno al personaggio della "Madre dolente" è stato suggerito da una condizione comune alle detenute incontrate, perchè il lavoro anche questa volta ha preso le mosse dal vissuto delle donne coinvolte, sollecitando motivazioni profonde a lasciarsi coinvolgere in una dimensione di "gioco" creativo e collettivo. Dimensione per loro certamente nuova. Durante il laboratorio l’inno liturgico è stato prima tradotto in italiano e poi nei dialetti di appartenenza delle donne recluse. 
Lo “Stabat Mater”, che ha attraversato i secoli per la sua straordinaria umanità, era popolarissimo soprattutto perché accompagnava il rito della Via Crucis e la processione del Venerdì Santo. Il tema della preghiera è la sofferenza di Maria durante la crocifissione di Cristo, con accento sul nesso tra sofferenza, dolore da una parte, e la redenzione, la speranza ultraterrena dall'altra. Un canto amatissimo dai fedeli, non meno che da generazioni intere di musicisti colti (si pensi solo a Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi, Rossini, …). E proprio le musiche del compositore iesino Giovanni Battista Pergolesi accompagneranno la performance (in otto quadri) delle detenute/attrici.











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