«Voglio sapere cosa ho in testa, chiederò una perizia psichiatrica»
«E chi siamo? La ‘ndrangheta? La più grossa malavita dell’Italia? Tutti ci hanno sempre descritto bene poi, tutto a un tratto, siamo diventati una ‘ndrangheta?». Michele Misseri commenta il movente descritto nelle motivazioni della sentenza, depositate dalla Corte d’Assise di Taranto, secondo le quali Sarah Scazzi sarebbe stata uccisa perché venuta a conoscenza di un segreto indicibile della famiglia Misseri. «Non c’era nessun segreto», prosegue l’uomo.
L'intervista a Quarto Grado. Nell’intervista esclusiva rilasciata all’inviata Videonews Ilaria Cavo - che sarà trasmessa integralmente questa sera a “Quarto Grado”, su Retequattro - lo zio di Sarah afferma che «quel buco nero di cui hanno parlato, quel giorno io l’avevo in testa. Ho chiesto una perizia psichiatrica, ma non mi è stata concessa. Non ricordo come sia successo, quando ho messo la corda… Sarah non mi aveva fatto niente. Perché l’ho uccisa? Nel prossimo grado di giudizio chiederò ancora una perizia: voglio sapere quel che ho in testa…».