lunedì 23 settembre 2024


05/04/2014 12:04:51 - Provincia di Taranto - Attualità

In mostra, nel caffè letterario “Cibo per la mente”, le foto di Giuliano Doro

Martedì 1° Aprile è partita la kermesse di arti varie “Taranto si Mostra” – promossa dall’HERMES ACADEMY Onlus, in collaborazione con ProLoco e numerose altre associazioni – che, nel borgo antico e nel borgo umbertino, celebra, attraverso opere fotografiche, convegni, proiezioni e performance dal vivo, i talenti e i siti archeologici della Città dei Due Mari, con la
finalità di riscoprire, valorizzare e conservare la memoria storica locale, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza, alla diversità e allo sviluppo sostenibile, abbattendo il muro dell’incomunicabilità, che avvelena l’aria e seppellisce i nostri sogni.
TARANTO SI MOSTRA ATTRAVERSO LE OPERE FOTOGRAFICHE DI GIULIANO DORO
Nell’ambito del ciclo di happy hour domenicali “Easy like Sunday”, promossi dal Caffè Letterario “Cibo per la Mente”, in Via Duomo #237, domenica 6 aprile alle ore 19, l’Associazione Culturale HERMES ACADEMY Onlus organizza il vernissage della personale di arte fotografica “Taranto si Mostra” di GIULIANO DORO, musicista e ingegnere di professione, fotoamatore fortemente legato alla propria terra: Taranto e la sua provincia. La collezione fotografica racconta le bellezze artistico-paesaggistico-archeologiche della Città dei Due Mari e pone l’accento sul circuito della Taranto Sotterranea, recentemente restituita, in parte, ai cittadini e ai turisti.seguire, un passaggio della nota critica redatta dal curatore della mostra, LUIGI PIGNATELLI.
«La produzione fotografica di GIULIANO DORO, a geometria vagante, ma sempre finemente compatta ed elegantemente confezionata, indaga i lemmi e le ragioni dell’immanente e del trascendente, recuperando tecniche e stili dal repertorio scientifico & accademico acquisito sui banchi di scuola e dal ventaglio caleidoscopico delle proprie sperimentazioni.
Giuliano raccoglie a fagotto millenni di lacrime, ferite, lacerazioni, silenzi, vessazioni, e, riscoprendo l’etimologia della parola VITA, ricama e transustanzia, sul fluido scorrere del tempo, nella vecchia clessidra dilatata, autodeterminazione e consapevolezza in gestazione.
Non più fotoreporter di primo pelo, con mani esperte, riscatta il ruolo insignificante di videocronista, e, nel suo grembo d’artista visivo, accoglie frutti d’amore, postulando la rinascita di una società equanime.
L’immagine incide, sul materiale espositivo e sulla coscienza del fruitore, le stonature postmoderne del muto disagio, nell’effige atemporale di un’Anima prismatica & misteriosa (la propria, quella dello spettatore e quella dell’intero universo).
La fotografia, così come l’arte in generale, non deve rappresentare la realtà, deve indagarla con lenti speciali, deve decontestualizzarla e ricostruirla, deve smembrare il mosaico delle false certezze, depurarlo dalla saccenteria del muto obiettivo e conferire forma e colore alla weltanschauung del soggetto pensante».











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