L’intervento del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera.
“Abbiamo fatto analizzare una decina di campioni del latte di mamme di Taranto da centri accreditati e nei campioni analizzati sono stati rilevati superamenti dei valori di azione di diossine Pcdd e Pcdf (policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) e di Pcb Dioxine like (Policlorobifenili, diossine e simili), su materia grassa, a partire dal 700% fino al 1500% stabiliti per latte crudo e prodotti lattiero caseari”. Lo ha detto il presidente del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera.
"Anche i tenori massimi – ha aggiunto l’ambientalista – sono stati tutti abbondantemente superati fino al 660%. In tutti i campioni di latte delle neomamme di Taranto, di età superiore a 33 anni, fatti analizzare dalla Onlus Fondo Antidiossina, sono state riscontrate significative concentrazioni di policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e Pcb. Tutti con valori molto al di sopra dei 6 picogrammi/grammo (limite per il latte per adulti).
La media che riscontriamo, infatti, si attesta su valori superiori ai 20-22 picogrammi e fino a valori di 39,992 picogrammi". Matacchiera ha poi precisato che "la normativa prevede il divieto di commercializzazione e la distruzione di quell'alimento poichè considerato pericoloso per la salute".
Test su mamma con cancro. Anche figlia malata - A una delle mamme di Taranto che si è sottoposta all’indagine pilota del Fondo Antiossina per riscontrare l’eventuale presenza nel latte materno di diossine, Pcb e benzoapirene oltre la soglia, “alcuni mesi dopo il parto, è stata diagnosticata una forma grave di tumore che ha reso necessario un intervento chirurgico invasivo al seno”. Lo ha sottolineato, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Onlus Fabio Matacchiera, spiegando che è stato analizzato il latte di una mamma di 42 anni che presentava valori molto prossimi a 40 picogrammi su grammo di policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, pcb e diossine.
“Anche alla neonata – ha aggiunto Matacchiera – venivano riscontrati problemi di salute molto gravi. Attribuire le cause di quanto sopra descritto alla presenza significativa di quei congeneri nell’organismo umano, può essere sicuramente un pò azzardato. Rimane tuttavia la certezza che per un adulto consumare del latte con concentrazioni dei congeneri indicati superiori a 6 picogrammi su materia grassa risulta pericoloso per la sua salute”. E’ normale adesso che “ci si chieda – ha osservato ancora l’ambientalista – che pericolo possa rappresentare per una piccola creatura bere il latte della mamma con concentrazioni di 40 picogrammi. Inoltre, è consequenziale che la preoccupazione cresca al pensiero che il latte per il neonato (a differenza dell’adulto che ne consuma molto poco), rappresenta l’unica fonte di alimentazione intensiva per molti mesi”.