mercoledì 13 novembre 2024


28/06/2014 18:26:37 - Avetrana - Attualità

Avetrana, compatta, ribadisce il proprio dissenso allo scarico in mare dei reflui del depuratore

 “Meglio abbassare la saracinesca un giorno che chiudere per sempre l’attività».
Gli avetranesi hanno accolto, compatti e convinti, l’invito del movimento unitario di protesta popolare contro lo scarico a mare dei reflui del depuratore, da affinare con la tecnologia più antiquata esistente oggi sul mercato (Tabella 1-2) e contro l’ubicazione dello stesso impianto, a 300 metri dalla zona residenziale turistica “Urmo” e a una manciata di metri dall’area delle Riserva Naturale.
Blocchi stradali ai vari ingressi del paese, attività commerciali (panifici compresi) e imprenditoriali chiuse per tutta la giornata, gente adulta e ragazzi per strada e in piazza per ribadire il dissenso verso un’ipotesi progettuale sciagurata, che rischia di compromettere il fascino di luoghi pressoché incontaminati e di un mare dalle acque cristalline, nonché per rivendicare la possibilità che sia la base a decidere, democraticamente, il futuro di un territorio.
La comunità di Avetrana reclama il rispetto della classe politica regionale, l’altro ieri bersagliata a più riprese nei vari interventi dei rappresentanti istituzionali che si sono susseguiti sul palco, ma anche dalla gente semplice, che ha espresso, per strada, la propria rabbia per l’insensibilità sinora dimostrata dalla Regione Puglia.
«Perché il governatore Vendola, quando va a dar man forte ai vari movimenti “No Tav”, sostiene che bisogna rispettare la volontà della gente e, poi, con il progetto del depuratore di Manduria e Sava, continua a mortificare il nostro rifiuto allo scarico in mare dei reflui, evitando sinanche il confronto?» si chiede, ad alta voce, Giuseppe, un signore di mezza età, che fa notare l’uso di due pesi e due misure differenti.
I movimenti ambientalisti e tutti i partiti, in maniera trasversale, hanno a più riprese rimarcato il devastante impatto che lo scarico in mare, attraverso una condotta sottomarina, produrrebbe:la limpidezza del mare sarà compromessa, il rischio di inquinamento sarà molto elevato, tanto che già da ora si prevede il divieto di balneazione per 500 metri a destra e a sinistra della condotta sottomarina; i turisti sceglieranno località turistiche alternative; le abitazioni perderanno ogni valore; le attività commerciali dovranno chiudere.
Ben 14 Consigli Comunali hanno deliberato contro questa scelta (chiaramente accettando la costruzione del depuratore) e anche personaggi dello spettacolo, come Romina Power, che frequenta e conosce questi posti, ha più volte criticato, pubblicamente, il recapito finale dei reflui prodotti dall’impianto. A seguito di una infelice replica dell’allora assessore ai Lavori Pubblici, Amati, anche Al Bano fece notare l’assurdità delle scelte regionali, che rischiano di penalizzare l’unico settore ancora in attivo dell’economia di tutta la zona.
Ma la Regione, sostanzialmente, è rimasta sempre sorda (ad eccezione di qualche manifestazione di disponibilità registrata di tanto in tanto, sempre vanificata, poi, dall’assenza di atti concreti), se è vero, come è vero, che il progetto è stato appaltato e che presto potrebbero iniziare i lavori.











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