«Manduria e la Regione Puglia dovranno rivedere la loro posizione» ha affermato il consigliere comunale Emanuele Micelli
Il mare non deve essere svenduto.
E’ stato uno dei tanti slogan urlati dai circa tremila partecipati al corteo di protesta che ha attraversato ieri pomeriggio Avetrana. Un serpentone variopinto di gente, lungo oltre un chilometro, aperto da tre carretti d’epoca trainati dai cavalli e da una decina di trattori, mezzi dell’agricoltura che fu e dell’agricoltura moderna. Dopo di loro, decine di alunni della scuola primaria dell’istituto comprensivo di Avetrana, con disegni e cartelli contenenti riflessioni su questa protesta che richiamato nuovamente in piazza una comunità che, circa trent’anni fa, riuscì, con caparbietà, ad opporsi con successo al progetto che preveda la costruzione di una mega centrale elettronucleare.
Poi tanta gente, di varia estrazione sociale e di varie ideologie. Già, in un centro in cui la rivalità politica fra i due schieramenti politici principali è stata sempre molto aspra, la lotta contro lo scarico a mare del depuratore e contro l’ubicazione dell’impianto in contrada Urmo è riuscita a generare un vero “miracolo”: ieri maggioranza e minoranza erano, insieme, sul palco, mano nella mano, senza più divisioni.
«Questo è solo il primo atto» ha ribadito Mario De Marco, sindaco di Avetrana. «Non ci fermeremo finchè non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Il dialogo con la Regione? Credo che, considerato anche ciò che è accaduto negli ultimi anni, non ci siano più i margini per impostare un confronto proficuo. Fra un anno si vota per le Regionali. Sono proprio curioso di vedere chi verrà a chiedere il voto alle nostre comunità e come giustificheranno la loro richiesta… Intanto voglio ringraziare la mia cittadinanza per essere riuscita ad esprimere una protesta civile e gli operatori economici per aver accettato di aderire alla serrata, rinunciando all’incasso di un giorno in un momento di grave crisi».
Diversi anche gli interventi dei rappresentanti della minoranza consiliare e di alcune associazioni molto attive nell’organizzazione della mobilitazione di ieri.
«Manduria e la Regione Puglia dovranno rivedere la loro posizione» ha affermato il consigliere comunale Emanuele Micelli. «Lo scarico a mare non si deve realizzare. Seguiranno, se necessario, altre manifestazioni di protesta anche più clamorose di quella odierna».