L’obiettivo è intuibile: si cercherà un confrontarsi, nella massima serenità, con l’espressione amministrativa della cittadina messapica al fine di verificare se c’è la possibilità di giungere ad una posizione unica, da sostenere nei successivi incontri istituzionali che seguiranno
Avetrana non si ferma. Dopo l’ampia mobilitazione popolare del 26 giugno scorso contro lo scarico in mare dei reflui del depuratore, il gruppo di lavoro istituzionale (composto da consiglieri di maggioranza e di minoranza e presieduto da Cosimo De Rinaldis), ascoltato anche il Movimento Unitario di Lotta, ha formalizzato un’altra mossa: ha invitato il sindaco di Manduria Roberto Massafra e i capigruppo consiliari della città messapica ad un confronto con il tavolo istituzionale di Avetrana. Incontro fissato per giovedì 17 luglio, alle ore 18, nell’aula consiliare avetranese.
L’obiettivo è intuibile: anche alla luce dell’assenza del sindaco Massafra alla manifestazione del 26 giugno, si cercherà un confronto, nella massima serenità, con l’espressione amministrativa della cittadina messapica, al fine di verificare se c’è la possibilità di giungere ad una posizione unica, da sostenere nei successivi incontri istituzionali che seguiranno.
Pare, infatti, che il gruppo di lavoro istituzionale di Avetrana incalzerà tutti gli enti che hanno voce in capitolo in questa disputa (Regione Puglia e Acquedotto Pugliese in primis), ma, per ottenere risultati, è fondamentale che anche Manduria sostenga, in maniera convinta, le rivendicazioni e che appronti atti deliberativi conseguenti.
Crediamo che l’unico punto di rottura prevedibile possa essere il luogo dell’ubicazione del depuratore: per Manduria va bene quello già scelto (ad una manciata di metri dalla collinetta turistica “Urmo”, territorio avetranese), mentre Avetrana spinge per individuare un sito nuovo.
Intanto continuano ad arrivare versioni distorte sulla vicenda da ambienti vicini all’Acquedotto Pugliese. Si accusa Manduria di “aver bloccato, con motivazioni a dir poco pretestuose, l’appalto per il nuovo depuratore e per la sua condotta sottomarina”.
Naturalmente non si fa alcun riferimento alle tecnologie previste nel capitolato d’appalto della gara per il depuratore consortile di Manduria e Sava. Sono le più antiquate esistenti oggi sul mercato: quelle riconducibili alla Tabella 1-2, che si limitano, per essere più chiari, a frullare gli scarichi fognari prodotti ogni giorno da oltre 50.000 cittadini e dalle attività industriali dei due comuni, per poi riversarli in mare. Un mare che è riuscito a conservare la cristallinità delle acque e che costituisce una delle risorse più importanti del territorio.
Pur accettando chiaramente il depuratore, simbolo di civiltà, le popolazioni chiedono solamente un recapito alternativo allo scarico in mare.