Kounellis curerà l’installazione che dialogherà con l’enorme pira che come tradizione verrà dedicata ed accesa in onore di Sant’Antonio
Sarà Jannis Kounellis l’artista che lavorerà all’installazione sulla Fòcara 2015, il monumentale falò che si accenda la sera del 16 gennaio a Novoli in onore di Sant’ Antonio Abate, patrono della città del Salento.
La festa, detta anche "festa del fuoco", da alcuni anni, su idea del Presidente della Fondazione Fòcara, nonché sindaco di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno, è caratterizzata da una particolare “interazione” con le pratiche artistiche contemporanee, e rilanciata come ‘FòcarArte’ in un ampio e articolato progetto coordinato da Toti Carpentieri.
Per la Fòcara 2015 Jannis Kounellis, sotto la direzione artistica e la cura di Giacomo Zaza,
realizzerà non soltanto il progetto dell’installazione sul falò e il manifesto della festa, ma anche una serigrafia e un multiplo d’autore (opera oggettuale in tiratura limitata) pensati in riferimento esclusivo all’evento. Inoltre, sempre nell’ambito del “rito” del fuoco, presso il Palazzo Baronale di Novoli sarà presentata una sua installazione site-specific e sarà edito anche un libro che documenterà l’intero progetto.
I tratti distintivi dell’enorme pira, di circa venti metri di diametro per venticinque di altezza (nata dal lavoro constante di decine di operatori), saranno progettati da Jannis Kounellis, che penserà il suo intervento in relazione alla forma del ‘pignone conico’: un cumulo di circa 80.000 fascine di tralci di vite a più strati concentrici che anticamente venivano accatastate e bruciate come fuoco propiziatorio e probabilmente per ricavarne carbone.
Per Kounellis il fuoco della Fòcara, emblema dell’energia che la comunità rivolge in venerazione verso Sant’Antonio Abate, contiene in sé una forza drammatica e una propagazione epica encomiabile. Brucia e distrugge, domina e centralizza l’energia collettiva. Da un fuoco generato dal gas – la bombola a cannello che sprigiona una fiammella azzurra e rumorosa – Kounellis passa e si confronta qui, con la Fòcara, con un fuoco caldo e silenzioso, misterioso e lento, di ascendenza mitica.
Le fiamme di questo fuoco monumentale sprigionano una pulsione di rinascita e di trionfo
degli uomini. “È la vittoria- sottolinea Kounellis - di una comunità che costruisce con il proprio sangue (tagliando al suolo e poi bruciando i tralci delle vigne dalle quali viene fatto il vino) un grandissimo falò, a cuidà fuoco per proclamare la vittoria. La vigna simbolicamente è la vita, il vino è la linfa vitale, il sangue. È un rituale quasi teatrale. Questo taglio fino al fondo della terra, e questo fuoco non riguarda la morte ma riguarda la rinascita. È una vittoria perché tutto rinasce, compresa la linfa vitale che si rigenera!”
La Fòcara di Novoli ostenta un forte valore spirituale unito ad una connaturata componente artistico-culturale. Kounellis ne sottolinea i caratteri: “Il fuoco è diventato un elemento fortemente artistico a Novoli dato che non viene più fatto per creare il carbone. Il fuoco è verticale e va dritto al cielo, quasi un elemento spirituale. Tuttavia è opera dell’uomo, fa sentire l’uomo forte e sano. E questo fuoco ha ancora più significato perché è rivolto a Sant’Antonio. Fare il fuoco nel nome di un Santo rende tutto più straordinario e potente. A nome di Sant’Antonio la gente di Novoli esprime un ‘atto di potere’ mediante un rito propiziatorio, un rito che possiede una forza e una spettacolarità unica. L’uomo ‘nel nome di’ onora e glorifica tanto un “credo” quanto la grandezza di un popolo”.