Avetrana non intende demordere in questa battaglia contro lo scarico in mare dei reflui
«Se lunedì la Regione e l’Acquedotto Pugliese non accetteranno le nostre richieste, allora impugneremo gli atti rivolgendosi anche al Tribunale Europeo».
Avetrana non intende demordere in questa battaglia contro lo scarico in mare dei reflui.
«La riunione del 4 agosto scorso era interlocutoria» ha affermato il sindaco Mario De Marco. «La Regione ha assunto degli impegni e noi non avevamo ancora le carte per battere i pugni. Sarebbe stato un errore imperdonabile far saltare, in quel momento, il tavolo del confronto. La Regione avrebbe scaricato a noi le responsabilità e avrebbe avuto un motivo per proseguire nell’iter dell’avvio dei lavori. Lunedì prossimo la Regione, però, deve scoprire le carte. Non può più continuare a promettere senza mai formalizzare quegli impegni. E’ il caso delle tecnologie della Tabella 4S: secondo l’assessore Giannini, basta aggiungere un modulo al progetto. A mio avviso, per aggiungere quel modulo al progetto, bisognerà modificare tutto il quadro economico. Inoltre, verificheremo se l’Arneo è veramente disposto a prendere in carico e a gestire tutta l’acqua che verrà fuori dal depuratore. Sinora atti non ne abbiamo visti. Infine, lunedì ci recheremo a Bari con i nostri due consulenti tecnici: il docente universitario Mario Del Prete e il dirigente regionale di Legambiente Maurizio Manna. A loro sarà affidato il compito di inficiare tecnicamente le posizioni della Regione e dell’Acquedotto.
Se la Regione continuerà ad essere inadempiente, se non darà concretezza a quanto promesso, farà automaticamente saltare il tavolo, assumendosi l’onere».
Il consigliere Pietro Giangrande ha invece fatto riferimento ad un recente incontro con l’avvocato Nadina Foggetti.
«Si tratta di una professionista estremamente preparata» ha dichiarato Giangrande, «la quale ha asserito che esistono i presupposti giuridici per ricorrere al Tribunale Europeo».
Alla conferenza è poi intervenuto anche il docente universitario Mario Del Prete.
«Lo scarico a mare non è a norma: l’Unione Europea sostiene che l’acqua è una risorsa che non può essere sprecata. I pozzi sperdenti rappresentano una soluzione utilizzata in tutto il mondo per ricaricare la falda» è la convinzione del prof. Del Prete, che propone il riuso dell’acqua in agricoltura e lo scarico dell’eccedente nei pozzi sperdenti negli strati superficiali non saturi del sottosuolo. «Avrebbero la doppia funzione di arginare i processi di contaminazione salina e costituire il recapito finale per lo smaltimento dei reflui in eccesso».