Indaga la Corte dei Conti
Doppio «stipendio» alla Provincia di Taranto, la Procura regionale della Corte dei Conti chiede chiarimenti a ventuno ex consiglieri provinciali. In particolare, il riferimento è al cumulo tra l’indennità ed i gettoni di presenza riconosciuti per chi svolgeva dei mandati amministrativi in comuni della provincia. Il tutto per un (presunto) danno alle casse dell’Amministrazione provinciale di 108mila euro di cui avrebbero beneficiato dieci ex consiglieri provinciali che, all’epoca dei fatti, erano anche sindaci o assessori in altre amministrazioni.
Nel febbraio del 2011, la sezione Tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria della Guardai di finanza di Taranto ha trasmesso alla Procura regionale della Corte dei Conti «una segnalazione anonima - così riporta sulla prima pagina del provvedimento notificato agli ex consiglieri provinciali - relativa all’approvazione della deliberazione n. 14 del 2010 con la quale il Consiglio provinciale aveva riconosciuto il cumulo di indennità e gettoni di presenza in favore di alcuni consiglieri che espletavano contestualmente un mandato elettivo anche presso un ente diverso».
La magistratura contabile, nella nota inviata, ravvisa la sussistenza di un’ipotesi di danno erariale di complessvi 108mila 743 euro pari all’ammontare dei gettoni di presenza corrisposti dall’Ente ai consiglieri già beneficiari di indennità per lo svolgimento di mandati elettivi in altri comuni». È sempre la Corte dei Conti a sottolineare che il riconoscimento da parte del Consiglio provinciale della possibilità di cumulare le diverse indennità avvenne nonostante l’abrogazione ad opera della legge Finanziaria 2007 (governo Prodi) della legge che prima consentiva il cumulo e nonostante il parere tecnico e contabile sfavorevole espresso dagli organi amministrativi della Provincia di Taranto. Il voto dell’Amministrazione provinciale tarantina fu notevolmente influenzato da una sentenza del Tar di Lecce che diede il via libera al doppio «stipendio».
Poi, però, in realtà, ci furono diversi pronunciamenti di altri tribunali e soprattutto alcune circolari del ministero dell’Interno che andarono in senso opposto a quanto deciso dai magistrati amministrativi leccesi. E così, si arriva al 12 febbraio 2010 quando all’unanimità dei presenti (21 su 31) il Consiglio provinciale, nonostante il parere tecnico contrario del dirigente Stefano Semeraro, il parere contabile del dirigente alle Risorse finanziarie Roberto Carucci e l’attestazione di non conformità alla legge dell’ex segretario generale Cosimo Di Gaetano, deliberava di riconoscere ai consiglieri che svolgevano un mandato elettivo in un altro ente la possibilità di cumulare il gettone di presenza e l’indennità a partire dal gennaio 2008. E questo violando la legge Finanziaria 2007 che, proprio dall’1 gennaio 2008 abrogava la possibilità di cumulare indennità e gettoni. E così, dopo la votazione della massima assise provinciale, il dirigente di Affari generali riconosceva a dieci consiglieri provinciali la somma di 108mila euro (e 2mila 635 euro in favore per il solo 2009 del consigliere Venneri).
La Corte dei conti sottolinea che «la delibera in questione è stata approvata anche dai consiglieri provinciali beneficiari del cumulo in violazione del noto dovere di astensione previsto dalla legge in tutte le situazioni in cui sia configurabile un conflitto d’interessi». Va aggiunto, come se già non bastasse, che il 22 marzo del 2011 la Prefettura di Taranto, valutando la delibera del Consiglio provinciale, aveva scritto al presidente della Provincia ribadendo che «non fosse più cumulabile l’indennità di funzione con i gettoni di presenza...».
Per questi motivi il viceprocuratore generale regionale della Corte dei Conti, Carmela de Gennaro, invita gli ex consiglieri Pietro Bitetti, Mino Borraccino, Giovanni Brigante, Antonio Caprino, Giuseppe Cristella, Luciano De Gregorio, Maria Teresita Galeota, Giorgio Grimaldi, Cosimo Lariccia, Luigi Laterza, Francesco Saverio Massaro, Carmine Montemurro, Augusto Pardo, Domenico Pavone, Luigi Pinto, Bartolomeo Punzi, Vito Rossini, Cosimo Sampietro, Luciano Santoro, Giuseppe Turco ed Angelo Venneri «a far pervenire le proprie deduzioni ed eventuali documenti entro trenta giorni dalla notifica della presente informativa». Si tratta di esponenti politici di tutti gli schieramenti.
Ma, oltre al già citato Venneri, chi sono stati i beneficiari di questi bonus? Gli atti riportavano i nomi di: Giuseppe Laddomada, Angelo Miccoli, Martino Tamburrano, Luciano De Gregorio, Pietro Bitetti, Gaetano Castiglia, Giuseppe Cristella, Giovanni Gugliotti, Francesco Massaro e Domenico Pavone.