«Taranto rischia di cadere nel burrone. Governo cambi strategia e ci ascolti»
«Ho depositato ieri mattina un esposto alla procura della Repubblica di Taranto per chiedere la verifica dell’avvenuta attuazione delle prescrizioni dell'AIA dello stabilimento siderurgico di Taranto, se c'è continuazione di reato in relazione all'aggravarsi della situazione sanitaria come dimostrato dall'ultima indagine epidemiologica del studio Sentieri presentato dall'Istituto superiore di Sanità il 1 luglio 2014 e infine di verificare se c'è violazione di legge nella mancata applicazione del piano industriale che doveva essere approvato 30 giorni dopo la pubblicazione del piano ambientale.
Nell’esposto abbiamo presentato anche prove fotografiche che testimonierebbero la mancata attuazione dell'AIA. L'unione Europea inoltre con il suo parere motivato inviato all'Italia ha dichiarato che all'Ilva persistono violazioni delle direttive e delle leggi in materia di tutela dell'aria e dell'ambiente con emissioni in atmosfera che possono causare gravi conseguenze alla salute. Quanto scritto dall'UE è a nostro avviso una notizia di reato. A Taranto si rischia catastrofe ambientale, sanitaria, sociale e occupazionale.
I tarantini hanno dato tutto allo sviluppo dell'Italia in termini di vite umane e malattie. Ora l'Italia, il governo e il parlamento italiano deve restituire ai tarantini quello che è stato tolto a loro avviando la conversione industriale di quell'area come accaduto in altre città europee che hanno vissuto crisi industriali ,ambientali analoghe a quelle dell'Ilva.
Chiedo al governo di cambiare strategia,di ascoltarci e di non attendere che Taranto cada nel burrone. Il governo lavori ad un provvedimento speciale che consenta di avviare la conversione industriale, come a Bilbao, dichiarando l'area No tax, avviando le bonifiche,politiche di rigenerazione urbana, la creazione del polo tecnologico-scientifico-universitario e produttivo. Si possono creare nuovi posti di lavoro e costruire un futuro libero dai veleni».
Angelo Bonelli
Coportavoce nazionale dei Verdi