«Opero in questo settore da 33 anni e non avevo mai visto niente di simile: l’agricoltura tarantina è in ginocchio e tantissime aziende rischiano di chiudere per sempre»
Con poche parole, Nicola Spagnuolo, rappresentante della Cia tarantina, ha tratteggiato, nel corso dell’assemblea pubblica dell’altro ieri ad Avetrana, il quadro drammatico di un settore vicino al collasso.
«Abbiamo speso tantissimo per i trattamenti antiparassitari, nel tentativo di arginare i danni, ma non abbiamo ottenuto alcun risultato» ha aggiunto Alfonso Cavallo, presidente provinciale della Coldiretti. «Con la beffa di non riuscire a coprire, con i ricavi dello scarso raccolto, neppure le spese sostenute: quasi il doppio rispetto agli altri anni».
Per Cavallo il futuro dell’agricoltura è a serio rischio.
«Per l’olivicoltura di Avetrana e, più in generale, del Salento non vedo futuro» è l’opinione del rappresentante della Coldiretti. «Prima gli uliveti secolari della zona hanno prodotto reddito per alcune generazioni di famiglie. Oggi producono povertà. Tanti agricoltori pensionati sono costretti ad utilizzare le entrate derivanti dalle loro pensioni per far fronte alle tante spese che le colture producono. Così non è più possibile andare avanti».
Luca Lazzaro, presidente provinciale della Confagricoltura, ha posto l’accento su un altro aspetto negativo che sta condizionando l’agricoltura.
«La Russia costituiva un ottimo mercato per le esportazioni dei nostri prodotti. Ora, con l’embargo, la nostra provincia perde qualche decina di milioni di euro» ha affermato Lazzaro. «Alle nostre proteste sono seguite risposte insignificanti: sarebbero stati stanziati degli aiuti da parte dell’Unione Europea, che sono difficilmente intercettabili. Chi più, chi meno, ha effettuato degli investimenti per ammodernare le aziende: ora si è nell’impossibilità di pagare le rate. Le istituzioni devono farsi portavoce di una moratoria al fine di mettere in coda il pagamento delle rate previste per questo periodo».
Ancor più critico il presidente provinciale della Cia, Franco Passeri.
«Da diversi anni, ormai, non chiudiamo le stagioni in attivo» ha rimarcato Passeri. «Spesso ci siamo avvicinati al pareggio di bilancio. Quest’anno, invece, non si salva proprio niente. Ci attendiamo un aiuto anche dai Comuni, la cui solidarietà è sempre stata … “parolaia”: gli ordini del giorno di solidarietà non sono mai mancati. Quando bussiamo a denari, chiedendo degli sgravi sui tributi, i Comuni spariscono velocemente!
Spero non si sottovaluti questo momento di crisi del nostro comparto. Se le aziende vanno in perdita, non potranno più garantire le giornate lavorative a migliaia di braccianti».