Nel comunicato, che vi pubblichiamo integralmente, il Comitato annuncia una nuova richiesta di incontro con il presidente Vendola
Il Comitato di Salute Pubblica di Sava ha avuto notizia nei giorni scorsi che il Comune di Manduria ha proposto ricorso al TAR contro il parere di V.I.A. favorevole espresso dalla Regione Puglia al nuovo depuratore consortile a servizio degli abitanti di Sava, Manduria e relative marine.
Attendendo di conoscere nel merito le precise motivazioni di questo ricorso, ci sembra di capire che esse siano legate alla lunghezza della condotta sottomarina (che nella V.I.A. è stato considerato di 1 km invece che 3,6 km, come chiederebbe il Comune di Manduria).
Noi del Comitato di Salute di Sava intendiamo sottolineare e ribadire che la nostra posizione, per quanto riguarda l’obiettivo da raggiungere, è coincidente con quella del Comune di Manduria, in quanto sin dal primo incontro avuto con il Presidente della Regione Nichi Vendola nel marzo scorso, avevamo richiesto con grande fermezza e intransigenza che l’ipotesi dello scarico con la condotta chilometrica fosse abbandonata a favore dell’ipotesi ambientalmente più sostenibile del riutilizzo irriguo delle acque depurate.
In quella sede il Governatore Vendola si era dimostrato molto favorevole alla nostra richiesta, pur sottolineando che l’iter approvativo sarebbe dovuto, comunque, andare avanti con l’ipotesi progettuale originaria al fine di evitare imprevedibili lungaggini burocratiche. Ma ci ha assicurato che parallelamente si sarebbe provveduto alla progettazione di un impianto di affinamento per le acque depurate a scopo di utilizzo irriguo.
Noi siamo fermamente convinti, come i cittadini di Manduria e di Avetrana e tutti gli abitanti della nostra area territoriale, che il nostro splendido mare sia una risorsa ambientale, culturale, nonché economica e turistica da tutelare con ogni mezzo, e condividiamo in pieno le preoccupazioni manifestate da loro in questi mesi, così come siamo anche consapevoli che il problema della mancanza di una fogna, per la nostra comunità e per una parte consistente del territorio di Manduria e delle marine, sia di una gravità assurda e inaudita, perché costituisce una fonte di enorme rischio ambientale e per la salute, oltre a mettere in seria difficoltà le economie delle nostre famiglie.
Non dobbiamo dimenticare che allo stato attuale, con una tale disastrosa gestione delle acque reflue dei nostri centri abitati, la qualità delle acque marine e di quelle terrestri superficiali e sotterranee è già da decenni messa a dura prova, e il miglior modo per tutelare il nostro territorio e il nostro mare sarebbe proprio quello di dotarci finalmente di un sistema di depurazione efficiente e ambientalmente sostenibile.
Tuttavia abbiamo la consapevolezza che la strada che l’Amministrazione Comunale di Manduria sta intraprendendo, presentando il ricorso suddetto al TAR sia ardua e controproducente, in quanto porterà come conseguenza solo ad un allungamento dei tempi per la realizzazione dell’opera, e all’allontanamento dell’obiettivo comune di risolvere il nostro annoso problema sanitario e ambientale.
Noi pensiamo che la strada giusta da seguire sia quella del dialogo tra le parti interessate al fine di raggiungere una soluzione condivisa da tutti in tempi ragionevoli. Il nostro Comitato è da sempre in contatto continuo con i rappresentanti delle istituzioni, nonché con i tecnici e i funzionari dell’Ente regionale competenti in materia, e si sta attivando per la soluzione del problema.
Ci stiamo nuovamente muovendo per chiedere un nuovo incontro con il Presidente della Regione al fine di poter istituire un tavolo di confronto tra la Regione Puglia, gli Enti locali e le parti interessate in modo da avanzare proposte e siglare un accordo formale che metta tutti d’accordo.
Noi del Comitato crediamo che per perseguire un obiettivo complesso e articolato come il nostro si debba agire tutti nella stessa direzione, cercando di abbattere ogni forma di incomprensibili barriere che possano pregiudicare il raggiungimento di un’intesa, nell’interesse comune.
Ma per attuare questa strategia comune sarebbe auspicabile ed opportuno che si intraprenda una strada alternativa a quella dello scontro istituzionale e legale tra le parti interessate, al fine di scongiurare l’ipotesi che l’iter di realizzazione del depuratore si arresti per un tempo indefinibile.
Il Comitato ribadisce il suo impegno e la sua più completa collaborazione con tutti i soggetti interessati al problema, al fine di perseguimento dell’obiettivo per cui è stato istituito, nella speranza che i tempi siano maturi per trovare un'intesa in ragione e per diritto.