Nato senza arti superiori e arti inferiori, Francesco ha lanciato un vero inno alla vita
«Mi chiedete se nella mia vita ho dei momenti di debolezza. Di certo, non posso dirvi che nascere senza braccia e senza gambe sia una figata pazzesca.. Incontro tante difficoltà tutti i giorni. Vi sono tante cose che non posso fare, sia per la mia condizione fisica, sia per la stupidaggine dell’essere umano, che crea barriere architettoniche, non solo strutturali. Ma cerco di pensare positivo: non c’è nulla di insuperabile. Basta impegnarsi, Se proprio non ci riesco, cerco la soluzione grazie all’aiuto di mia moglie e della mia famiglia».
Quello di Francesco Canale, artista poliedrico nonostante sia nato senza gli arti superiori e quelli inferiori, è un vero inno alla vita. Incontrando gli studenti del laboratorio di giornalismo dell’istituto comprensivo “Prudenzano”, i loro genitori e i docenti, ha lanciato messaggi che hanno colpito cuore e mente dei presenti.
«La diversità è insita nella natura» ha affermato Francesco Canale, in arte “Anima Blu”. «Siamo tutti diversi, unici e irripetibili. Nessuno è uguale all’altro. Questa diversità è una risorsa, che ognuno di noi dovrebbe sfruttare. Siamo tutti diversi e io non sono più “diverso” degli altri. La mia convinzione è un’altra. Nascendo, abbiamo la possibilità di vivere o di sopravvivere. Io ho deciso di vivere la vita, cogliendo ogni attimo che mi riserva. La diversità, a mio avviso, è solo questa. Io ho impostato la mia vita su un’idea: quella di non essere vittima e prigioniero di me stesso o della mia condizione fisica».
Usando l’ironia, ma dosando in ogni momento acute osservazioni e profonde riflessioni sul senso della vita, Francesco Canale ha raccontato ai presenti il suo modo di interpretare una vita “diversa”, che vive da protagonista, mai banale.
«Sin da quando ero bambino, ho cercato di cimentarmi nelle stesse attività dei miei coetanei. Quando ho imparato a scrivere usando la bocca, mi si è aperto un universo davanti. Ho praticato tutti i giochi possibili. Anche il calcio. Potrà sembrare paradossale, ma a me piaceva fare il portiere.
Grazie a questo mio modo di vedere la vita, sono riuscito a trasformare una vita considerata persa in partenza in un’esistenza unica e meravigliosa».
Francesco Canale, trapiantato a Lecce (ha sposato Cinzia, dopo aver vissuto tanto in Piemonte), ha parlato della sua famiglia naturale, che lo ha abbandonato alla nascita («Non li odio. Hanno commesso un errore, gravissimo, di cui sono pentiti, ma in un certo senso li capisco»), dell’amore che ha ricevuto dalla famiglia che lo ha adottato quando aveva 40 giorni, e delle sue capacità nei campi della pittura, della musica e della scrittura.
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E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”