Ora Vittorio non ha più un tetto
Il Comune di Torricella ha deciso di chiudere il rudere in cui abitavano, da anni, l’anziano indigente Vittorio e i suoi amici a quattro zampe. Nel verbale di chiusura dell’immobile, privo di ogni tipo di servizio o di confort (compresi energia elettrica, acqua, fogna e infissi), il provvedimento viene giustificato dalla “inabilità” della struttura, generata da “motivi igienico-sanitari, a tutela della privata e pubblica incolumità”.
Provvedendo alla chiusura di tutti gli accessi all’abitazione (sono state installate delle lamiere sia alle due finestre che all’unico ingresso della casa), il Comune ha anche affisso due cartelli recanti il divieto all’ingresso.
Vittorio, 56 anni, affetto da diverse patologie, che “sopravvive” esclusivamente grazie ad un assegno mensile di invalidità di 290 euro, è sostanzialmente “sfrattato”.
«Non avendo nessun altro tetto a disposizione, questo cittadino “fantasma” continua a vivere nei pressi della sua abitazione» fa notare l’ambientalista Mimmo Carrieri, che più volte si è occupato del caso. «Non avrei mai potuto immaginare che la “storia infinita” di questo essere umano avesse potuto avere un epilogo “disumano”: da qualche giorno, alla miseria si è aggiunta altra miseria!. La sua unica colpa è di essere nato in Italia. Se fosse un extracomunitario, ora avrebbe, come i 14 ospitati dal centro di accoglienza di Monacizzo, un tetto sicuro, ogni tipo di confort e colazione, pasto e cena assicurati ogni giorno».
Per Vittorio, però, c’è un altro aspetto che non può passare sotto silenzio: ha altri quattro fratelli in vita, di cui tre vivono in Lombardia e uno a Sava. Un aiuto dovrebbe e potrebbe arrivare anche da loro.