venerdì 20 settembre 2024


03/04/2015 07:11:30 - Avetrana - Attualità

«Abbiamo il timore che, se non si interviene subito e con efficacia, fra dieci anni, in Puglia, non resterà neppure una piantina di ulivo»

 
E’ il quadro a tinte fosche prospettato da un docente universitario, Franco Nigro, che si occupa di ricerca nel Dipartimento delle Scienze del Suolo, della Pianta e degli Animali dell’Università di Bari, nel corso di un forum sulle misure di prevenzione e di difesa della Xylella Fastidiosa che si è tenuto lunedì sera nella sala di rappresentanza della Banca di Credito Cooperativo di Avetrana, su iniziativa congiunta dell’assessore all’Agricoltura, Enzo Tarantino, e di tutte le organizzazioni professionali del settore.
Una previsione, a nostro avviso, più condita di sano realismo, che dettata da esagerato pessimismo: si tratta di una emergenza fitosanitaria che non ha precedenti, per la cui gestione non sono state individuate ancora soluzioni scientificamente valide.
«Un primo piano di intervento era già pronto a luglio del 2014, ma, ad aprile del 2015, nulla è stato fatto» ha ricordato Franco Nigro. «Nel frattempo, il batterio, prima circoscritto nella sola area di Gallipoli, ha compiuto un salto di 40 chilometri, giungendo sino ad Oria. Non possiamo più rimandare una decisione. Questo batterio si diffonde velocemente e, allo stato attuale, milioni di alberi di ulivo sono a rischio».
Con essi, è a rischio l’intera economia di Avetrana, basata, storicamente, sulla monocoltura agricola: l’olivicoltura. Una parte del territorio avetranese è stata inserita nell’area cuscinetto, una zona indenne per cui vanno attuate tutte le misure per proteggerla. L’altra parte, quella più grande, ricade, insieme ad una particella della vicina Manduria, nella zona cosiddetta della profilassi.
«Siamo a ridosso della zona infetta» ha preso atto l’assessore Enzo Tarantino. «Ben 3.000 ettari delle nostre campagne sono coltivate ad uliveto. Se il batterio arrivasse ad Avetrana, sarebbe un dramma: l’intera economia rischierebbe il default. Salterebbe il sistema produttivo locale, ma sarebbero compromessi anche l’habitat vegetale e la millenaria tradizione culturale e paesaggistica del territorio».
Cosa fare per arginare la diffusione del batterio killer?
Sia il docente universitario Nigro, sia il chimico Fernando De Giorgio, dell’omonimo studio di Cavallino hanno rimarcato, nel corso dei loro interventi che solo abbassando notevolmente l’entità della popolazione degli insetti vettori e riducendo le piante infette è possibile ridurre e prevenire le infezioni e la diffusione della Xylella Fastidiosa. E’ fondamentale attivare azioni precauzionali e preventive attraverso un capillare controllo degli insetti vettori accertati o potenzialmente infettanti.
Sulle eradicazioni indicate nel piano del commissario straordinario per l’emergenza Giuseppe Silletti, i relatori sono stati più prudenti.
«Se, accanto alle buone pratiche colturali, si renderà necessario un abbattimento selettivo esclusivamente degli ulivi infetti, operazione che potrà salvarne migliaia, allora questo comunque duro sacrificio di qualche pianta servirà a salvarne migliaia».

 

 

 

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