lunedì 25 novembre 2024


18/10/2009 17:01:04 - Avetrana - Attualità

Il Governo risponde: «Hai ragione, stiamo già lavorando»

Il Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie ed autore del libro “L’Italia del trucco, l’Italia che siamo”, dr Antonio Giangrande, ricorre al Governo per l’insofferenza delle istituzioni rispetto alle segnalazioni dei concorsi pubblici truccati, impuniti e sottaciuti, specialmente accademici, giudiziari, forensi e notarili, e segnala la collusione della giustizia amministrativa per l’impedimento al ripristino della legalità. Fenomeno seguito dall’indifferenza, spesso indisponenza dei media.
Il Governo risponde: hai pienamente ragione, provvederemo, stiamo già lavorando.
 Il Governo così ha risposto al dr. Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, che ha sollevato il problema, impunito e sottaciuto, dei concorsi pubblici truccati in Italia e l’impedimento a ricorrere al Tar con l’ausilio del gratuito patrocinio.
“Gentile dottore,
ho letto con grande attenzione la Sua lettera nella quale si denunciano non solo gravi irregolarità, sulla cui fondatezza non può che spettare alla magistratura pronunciarsi, ma è altresì rappresentata la diffusa situazione di disagio sofferta da molti giovani nel momento in cui si determinano ad adire gli organi giurisdizionali per far valere i loro interessi.
I concorsi per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e quelli di abilitazione professionale rappresentano uno dei principali banchi di prova del corretto funzionamento delle istituzioni e la percezione che ne hanno i giovani è sicuramente determinante anche del loro sentimento di fiducia, o di sfiducia, nei confronti dello Stato.
Da ciò l’innegabile gravità della situazione italiana, caratterizzata non tanto o, almeno, non solo dal dubbio funzionamento delle procedure concorsuali, quanto dalla pressoché generalizzata convinzione che i concorsi si superino solo per “raccomandazione” e che il merito del singolo abbia una rilevanza solo accessoria.
Per questa ragione è necessario, a mio parere, non solo un ripensamento a livello normativo dei sistemi concorsuali e delle forme di controllo sulla loro regolarità, ma anche un’azione culturale volta a reclamare in questo settore la massima trasparenza e correttezza.
Tale operazione sarebbe utile anche per superare quel costume, lo definirei il peggiore dei conformismi, che induce molti candidati a cercare aiuti indebiti o a tentare, in ogni modo, di avere “anticipazioni”sui titoli delle prove scritte o, ancora, a introdurre nelle sedi concorsuali, manuali, trattati ed ogni tipo di testo considerato utile, ancorché vietato, per il superamento delle prove.
Per tutte queste ragioni non posso che ringraziarLa della sua lettera e Le assicuro che le problematiche da Lei evidenziate sono già oggetto di un’attenta riflessione nelle competenti sedi.”










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